Il Canone Rai, tassa invisa ma obbligatoria, resta nella bolletta della luce. E il campo delle esenzioni resta estremamente ristretto.
Fino al giro di boa della Legge di Bilancio 2023, ci si aspettava un ritorno alle origini per il Canone Rai. Del ripristino di un bollettino singolo per il pagamento della tassa, tuttavia, nel testo della 197/2022 non se n’è vista traccia.
Ergo, il Canone resta nella bolletta dell’elettricità anche per l’anno in corso. Senza ulteriori prospettive per il ripristino delle modalità di pagamento precedenti all’1 gennaio 2016, quando l’allora Governo Renzi optò per il colpo di volante portando la detestata tassa addirittura nel conteggio dell’energia elettrica. Novanta euro annuali, obbligatori per chiunque abbia un apparecchio televisivo domestico in grado di supportare il servizio. E l’inserimento in bolletta della tassa presume, di fatto, che tutti lo abbiano a meno che non siano in grado di dimostrare il contrario. Una considerazione aprioristica che, già allora, aveva fatto storcere molte bocche e che, tutt’oggi, non convince più di tanto. Perché è vero che l’inserimento in fattura elettrica rende più agevole il pagamento ma, al contempo, presuppone che la tassa sia dovuta realmente da tutti.
Chiaramente non è così e la legislazione in merito lo prevede a tutti gli effetti. Il problema, semmai, sta nel fatto di dover provvedere a produrre adeguata documentazione che comprovi l’assenza di un apparecchio in casa in grado di supportare le tecnologie del servizio della tv pubblica nazionale. Una mossa pensata, in realtà, per ridurre la massiccia evasione fiscale che, nel 2016, viaggiava a livelli piuttosto elevati. Basti pensare che, appena un anno dopo, tali pratiche sarebbero scese addirittura dal 30% al 4%, per un incasso maggiorato di oltre due miliardi di euro. Una cifra che, tuttavia, non ha convinto fino in fondo chi vedeva nell’accorpamento dei due pagamenti una mossa corretta. All’esenzione si ha sempre diritto ma la pratica di accertamento dovrà essere seguita alla lettera.
Fondamentalmente, lo scorporo di tassa e bolletta non avrebbe cambiato nulla. Se non che i contribuenti avrebbero dovuto provvedere al pagamento di un bollettino singolo piuttosto che saldare tutto direttamente in fattura. Nemmeno l’imposta sarebbe stata modificata: il Canone Rai è previsto sulla detenzione di apparecchi adattabili (o già adatti) alla ricezione di tutte le trasmissioni televisive, da saldare una volta all’anno e per una sola volta a famiglia. E questo non è in effetti cambiato. Nonostante questo, l’idea di dover pagare un servizio che, di fatto, è fruibile unicamente spendendo denaro per l’acquisto di un tv e che non presuppone per forza la visione dei programmi della tv pubblica, continua a rendere il Canone la più invisa delle tasse. Se a questo ci si aggiunge l’impossibilità, per i beneficiari della Legge 104, di accedere alle esenzioni, ecco che il mix diventa esplosivo.
Già di per sé i casi di esonero sono piuttosto limitati. Il Canone Rai non dovrà essere pagato unicamente da coloro che rientrano nelle seguenti categorie:
Tolte le prime due voci, riconducibili a un corpus piuttosto ristretto della cittadinanza, appare lapalissiana l’assenza di una categoria, quella dei disabili. Nemmeno la Legge 104 può intervenire in tal senso: il proprietario di una tv non analogica, al netto della propria percentuale di invalidità, dovrà provvedere al pagamento. A meno che non sia ricoverato presso una casa di riposo. E anche in questo caso c’è da tenere in conto la possibilità che il soggetto sia comunque intestatario di un’utenza elettrica residenziale. Qualora fosse così, la dichiarazione sostitutiva di non detenzione dovrà essere regolarmente presentata all’Agenzia delle Entrate via raccomandata. Ovviamente nel caso in cui non possedesse un televisore, altrimenti l’imposta sarà ugualmente dovuta. Con buona pace degli obiettivi di welfare.
Conoscere il numero di conto corrente è importante per gestire tutte le operazioni in entrata…
Novità sulla manovra: nel 2024 cambierà l’assetto e l’assegnazione dei bonus, più spazio alla famiglia…
Chi stabilisce quando un lavoratore può andare in ferie? Tutto quello che c'è da sapere…
Il congedo parentale funzionerà diversamente nel 2024: ecco cosa cambierà l'anno prossimo rispetto alla legge…
È allarme per milioni di italiani a rischio della truffa Postepay. Nessuno deve aprire il…
Negli episodi de La Promessa dal 6 al 10 novembre si svelerà un segreto sconvolgente:…