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Economia

Trattamento integrativo 2023, a chi spetta la misura?

Published by
Giovanni Cristiano

Il trattamento integrativo 2023 è una misura nata come bonus Renzi, può arrivare fino ad un massimo di 1.200 euro con le giuste condizioni. A chi spetterà quest’anno? Vediamo tutte le condizioni del trattamento.

Sono varie le misure che possono aiutare i lavoratori a sostenere un periodo francamente molto complicato dal punto di vista economico. L’inflazione ha raggiunto numeri da record, il costo della vita aumenta e non sembra dare cenni di riduzione. Per forza di cose, qualsiasi entrata non può che essere accolta positivamente.

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Tra le entrate che i lavoratori dipendenti accolgono c’è quella che riguarda il trattamento integrativo. Questa misura è nata nel 2020 andando a prendere il posto della normativa che era conosciuta come Bonus Renzi. Questo trattamento riguarda i redditi da lavoro dipendente e assimilati e risulta essere una somma che viene riconosciuta ogni anno.

Dal primo luglio 2022, il bonus Irpef che viene destinato ai dipendenti può arrivare anche a toccare quota 120 euro al mese, fino a raggiungere 1.200 euro all’anno. Tutto, però, dipende dalla fascia di reddito di cui la persona fa parte.

Trattamento integrativo 2023, chi sono i beneficiari?

A differenza dell’ex Bonus fiscale Renzi, come specificato dal portale Patronato.com, il trattamento è esteso a varie categorie di cittadini pensiamo a professionisti atipici e disoccupati. Per tutte queste persone c’è la possibilità di fare richiesta per il trattamento in NASpI e in cassa di integrazione. Inoltre, la richiesta si può eseguire anche se si è all’interno di uno stage oppure con borse di studio-lavoro.

Questa misura viene erogata direttamente, in forma di anticipo, dal datore di lavoro in busta paga oppure viene estinta dall’INPS. Il recupero della cifra può avvenire anche tramite la dichiarazione dei redditi. In questo caso sarà l’Agenzia delle Entrate a procedere ad un rimborso. Rimanendo in tema, attenti ai rimborsi, di recente si è segnalata una truffa a dir poco sconvolgente.

La buona notizia è che con la legge di bilancio per il 2023, il trattamento integrativo non è stato cambiato. Questo spetterà solo a chi dimostrerà di avere i giusti requisiti: cifra al di sotto dei 15.000 euro.

Le categorie che hanno il via libera all’agevolazione

Come anticipato in precedenza, sono varie le categorie di lavoratori che hanno diritto a questo bonus. Qui troviamo i lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato, i soci lavoratori delle cooperative, professionisti atipici e con contratto co. co. co. stagisti e borsisti, lavoratori socialmente utili, chi è senza lavoro e percepiscono l’indennità di disoccupazione NASpI, mensile e i lavoratori che sono in cassa di integrazione.

L’ottenimento di questa agevolazione è molto semplice: basta eseguire un calcolo sulla base della previsione del reddito. In sintesi, si deve simulare il reddito dei 12 mesi del diretto interessato. In caso di reddito fino a 15.000 euro c’è il diritto all’intera misura integrativa. Stiamo parlando dei 1.200 euro all’anno che sarà riconosciuta in percentuali quotidiane. Con reddito diverso, bisognerà calcolare il tutto.

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