In base alle nuove disposizioni inserite in Legge di bilancio, si può accedere a Opzione donna per caregiver. Occhio ai requisiti.
Opzione donna è la misura di pensionamento anticipata indirizzata alle lavoratrici in possesso di specifici requisiti anagrafici e contributivi. La misura sperimentale è stata introdotta nel 2004 e, da allora, è stata sempre prorogata dalle varie leggi di bilancio.
Durante la campagna elettorale che ha portato alle elezioni del 25 settembre 2022, le forze politiche di centro-destra, in particolare Fratelli d’Italia, hanno più volte ribadito la volontà di prorogare la misura.
In effetti, nella Legge di bilancio 2023 è inserita la proroga della misura Opzione donna. Tuttavia, sono previste delle modifiche che, a conti fatti, renderanno accessibile la misura solo a 5000 lavoratrici. Ci si aspettava molto di più.
Anche le lavoratrici caregiver avranno l’opportunità di accedere a Opzione donna. Scopriamo quali sono le condizioni da rispettare.
La misura di pensionamento anticipato Opzione donna si rivolge alle lavoratrici dipendenti sia del settore pubblico che del settore privato, ma anche alle autonome.
In base alla tipologia di attività svolta, la misura prevede requisiti più o meno stringenti.
Di fatto, le lavoratrici dipendenti possono accedere a Opzione donna a 58 anni di età. Mentre, le autonome devono attendere il raggiungimento del 59° anno di età. In entrambi, i casi è previsto il versamento di almeno 35 anni di contributi.
Tra le novità introdotte con la Legge di bilancio 2023, c’è l’innalzamento del requisito anagrafico a 60 anni, con la possibilità di beneficiare di una riduzione in presenza di figli.
Ebbene sì, la nuova Opzione donna 2023 tende una mano alle madri lavoratrici. Per questo motivo, coloro che hanno un figlio potranno beneficiare della riduzione del requisito anagrafico di un anno, mentre in presenza di due o più figli è possibile ridurre il requisito anagrafico di due anni.
Purtroppo, per accedere ad Opzione donna non è sufficiente rispettare il requisito anagrafico e quello contributivo.
La disciplina prevede che per accedere al trattamento anticipato occorre appartenere ad una di queste tre categorie:
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