Vuoi risparmiare sul termosifone? Se vivi in un condominio non devi mai fare un’azione che potrebbe portare gravi conseguenze: ecco di che cosa si tratta.
Tagliare sui consumi in bolletta è il fine ultimo di milioni di persone che nell’ultimo periodo hanno dovuto affrontare gli aumenti nelle bollette di energia elettrica e gas. Una situazione ripresa anche in questo inizio 2023, con i rincari che non accennano a fermarsi.
L’inverno è arrivato e, per preparare la casa alle temperature più rigide, il primo passo è quello di accendere i radiatori. Una scelta logica, ma potrebbe causare delle difficoltà economiche a causa dei costi elevati delle bollette – nonostante il prezzo del gas sia in discesa. Allora come è possibile risparmiare sul termosifone e ammortizzare i consumi?
Chi abita all’interno di un condominio sa molto bene che possono usufruire del riscaldamento centralizzato. Si tratta di un impianto nel quale c’è una caldaia centrale comune a più condomini ai quali viene garantita l’acqua calda grazie a un sistema di tubature.
I termosifoni con riscaldamento centralizzato devono avere obbligatoriamente il contabilizzatore di calorie, che in gergo è chiamato contacalorie. Le persone che vogliono risparmiare soldi in bolletta potrebbero pensare di togliere lo strumento dal termosifone. Non c’è nulla di più sbagliato, visto che è un reato e si rischia grosso.
I contacalorie sono dispositivi di misurazione progettati per registrare il calore emesso dal radiatore in un periodo di tempo. La contabilizzazione individuale è il modo semplice e rigoroso per garantire che ogni inquilino paghi il riscaldamento che effettivamente consuma. Tutti i contatori installati devono essere fabbricati in conformità con la normativa emanata dal CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) e il quadro legislativo composto dal DM 22/01/2008 n. 37 e dalla norma CEI 64-8.
Il contatore capisce che il riscaldamento è in funzione quando la differenza di temperatura tra il radiatore e la stanza è molto elevata. Maggiore sarà questa differenza di temperatura, superiore sarà lo sforzo del radiatore per fornire alla stanza il comfort desiderato e quindi il consumo sarà più elevato. Tuttavia, se la differenza di temperatura nell’ambiente della stanza rispetto a quella del radiatore è al di sotto dei 4°C, il contatore capirà che il radiatore non funziona.
Il contacalorie, imposto dal decreto legislativo 102 del 2014, è posizionato sopra il termosifone e misura il consumo reale del calorifero e quindi consente di pagare il prezzo giusto al reale consumo. Coloro che decidono di rimuovere o manomettere lo strumento hanno come obiettivo quello tagliere i costi in bolletta a discapito degli altri condomini, andando incontro a pesanti sanzioni.
A parlare del tema è stato l’avvocato penalista Marcello Bana. Il legale ha specificato che si tratta di reato di furto: la persona si impossessa di un oggetto per trarne profitto per sé o per gli altri. Bana ha riferito che, in caso di furto del contacalorie, ci sarebbero tutti i presupposti di reato previsti dall’art. 624 del Codice Penale. La normativa dispone una pena detentiva da 6 mesi a 3 anni di reclusione e una multa da pagare che va da 164 a 516 euro, come si legge sul portale Money.it.
Tra l’altro è prevista dal codice pensale anche una aggravante nel caso in cui il contacalorie dovesse essere stato danneggiato. In questo caso la reclusione avrà un aumento da 2 a 6 anni e la sanzione aumenterà da 927 a 1500 euro.
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