Diamo uno sguardo all’età pensionabile dei paesi europei e scopriamo quanti anni bisogna avere per andare in pensione in Europa e come cambierà la situazione nei prossimi anni.
In base ai dati raccolti dal centro finlandese per le pensioni è emerso che nell’Unione Europea, mediamente, gli uomini vanno in pensione a 64 anni e 4 mesi, mentre le donne possono ritirarsi dal lavoro a 63 anni e 4 mesi.
Prima di scoprire quali sono i paesi in cui c’è l’età pensionabile più alta, ricordiamo che in Italia attualmente è in vigore la legge Fornero. La riforma pensionistica in questione dà la possibilità ai lavoratori di ritirarsi dal lavoro a 67 anni di età con almeno 20 anni di versamenti contributivi.
Sebbene queste siano le condizioni ordinarie di pensionamento, i vari governi che si sono susseguiti in questi anni, compreso quello Meloni, hanno messo a disposizione dei lavoratori in odore di pensione delle misure anticipate.
Quali sono i paesi con l’età pensionabile più alta? Quali sono le prospettive future nel prossimo decennio?
L’osservatorio finlandese per le pensioni ha raccolto i dati relativi alle soglie anagrafiche che permettono di ritirarsi dal lavoro, accedendo alla pensione di vecchiaia, nei vari paesi europei.
Dall’indagine condotta è emerso che l’invecchiamento della popolazione occidentale rappresenta un grosso ostacolo ai sistemi previdenziali.
Ad ogni modo, come era prevedibile, l’Italia è uno dei paesi con il più alto requisito anagrafico che dà accesso alla pensione di vecchiaia.
Tuttavia, non è l’unico paese in cui è necessario attendere il raggiungimento del sessantasettesimo anno di età per potersi godere la pensione di vecchiaia. Infatti, anche Danimarca e Grecia prevedono lo stesso requisito anagrafico.
Di contro, le nazioni che hanno il requisito anagrafico di accesso alla pensione di vecchiaia più basso, nel 2022, sono la Francia e la Slovacchia, dove è possibile ritirarsi dal lavoro a 62 anni.
Ma, è di pochi giorni fa, la notizia che il governo francese ha intenzione di aumentare la soglia che dà accesso alla pensione di vecchiaia a 64 anni.
Tuttavia, sebbene Francia e Slovacchia siano tra i paesi con il requisito anagrafico più basso, nel 2022, in Polonia e Romania le lavoratrici possono uscire dal lavoro accedendo alla pensione di vecchiaia rispettivamente a 60 e 61 anni.
Come abbiamo visto, i dati riportati dal centro finlandese per le pensioni fanno riferimento al 2022. Infatti, già dai primi giorni del 2023 alcune cose sono cambiate.
In Francia, infatti, si è comunicata l’intenzione di voler innalzare il requisito anagrafico di due anni.
Ad ogni modo, le previsioni per i prossimi 10 anni hanno sottolineato l’impossibilità per qualsiasi paese dell’Unione Europea di conservare un requisito anagrafico di accesso alla pensione di vecchiaia inferiore a 64 anni.
Pertanto, già nel 2031 Belgio, Bulgaria, Germania, Irlanda, Paesi bassi e Spagna alzeranno tutti l’età pensionabile a 67 anni.
Secondo le stime attuali circa 19 stati su 27 sposteranno in avanti l’età pensionabile. In alcuni casi, l’aumento del requisito anagrafico sarà considerevole.
Secondo il report Ocse, la Danimarca sarà il paese in cui, chi ha iniziato a lavorare nel 2020 all’età di 22 anni potrà andare in pensione a 74 anni.
È chiaro che si tratta di stime, ma esse si basano su dati certi: il costante processo di invecchiamento della società e la crisi occupazionale.
Ad ogni modo, anche in Italia ed Estonia non se la passano bene. Il report Ocse prevede che in queste Nazioni si potrà accedere alla pensione a 71 anni.
In paesi come Irlanda, Spagna, Svezia e Slovenia si potrebbe registrare uno spostamento in avanti più contenuto. Fermo restando che si ipotizza anche la possibilità che non si registri alcuna differenza rispetto ad oggi.
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