Qual è stato l’effetto delle sanzioni contro Putin? Quale economia ne ha risentito maggiormente? La risposta è scioccante.
Il 2022 doveva essere l’anno della ripartenza post-covid, ma dopo neanche due mesi dall’inizio del nuovo anno, l’Europa si è ritrovata con la guerra alle porte.
Impensabile, intervenire per aiutare l’Ucraina invase dalle truppe di Putin. Troppo rischioso: avrebbe dato il via ad uno scontro internazionale, ovvero alla terza guerra mondiale, con lo spettro della minaccia nucleare.
Per questo motivo, l’occidente ha deciso di colpire diversamente la Russia: approvando una serie di pacchetti di sanzioni economiche.
Lo scopo delle sanzioni era quello di colpire l’economia russa, privando il Cremlino delle risorse economiche necessarie per finanziare lo scontro militare.
A distanza di quasi un anno dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, ci si domanda quale sia stato l’effetto di tali sanzioni.
Hanno davvero indebolito l’economia della Russia? La risposta è in una disamina del Washington Post.
Nel corso del 2022, i paesi occidentali hanno affrontato una profonda crisi energetica, seguita da un altrettanto profonda crisi economica e il conseguente aumento del costo del denaro.
Quasi tutte le economie, tra Europa e Stati Uniti, hanno dovuto fare i conti con lo spettro della recessione. Tutto questo è accaduto, in nome di un sacrificio che serviva ad evitare la terza guerra mondiale.
Il leader politici hanno spiegato che l’applicazione di sanzioni nei confronti della Russia aveva lo scopo di indebolirne l’economia, privando il Cremlino delle risorse economiche utili a finanziare la guerra.
Sin da subito, è stato detto che queste misure avrebbero prodotto il loro effetto sul lungo periodo, dunque di non attendere conseguenze immediate.
Agli italiani, è stato finanche chiesto di scegliere tra il condizionatore e la possibilità di entrare in guerra.
Ma a distanza di quasi un anno dall’inizio dello scontro militare tra Russia e Ucraina, quali sono i risultati ottenuti? Le sanzioni imposte da Europa e Stati Uniti hanno davvero indebolito l’economia del Cremlino? I sacrifici, a cui sono stati chiamati i cittadini, hanno avuto gli effetti sperati?
In una recente disamina del Washington Post si scopre che: le numerose sanzioni occidentali non hanno fatto crollare l’economia di Mosca.
Dopotutto, proprio il leader russo, in occasione dell’approvazione dei pacchetti di sanzioni, aveva sottolineato come questa decisione, dell’Europa e degli Stati Uniti, non solo non avrebbe indebolito l’economia di Mosca ma, al contrario, avrebbe spinto le economie occidentali sull’orlo della recessione.
Va detto che, le sanzioni approvate nei confronti della Russia hanno scalfito l’economia del paese. Ma, gli effetti sperati dall’occidente sono tutt’altro che raggiunti.
In occasione del Summit dell’elite al World Economic Forum di Davos, il presidente Vladimir Putin ha specificato che il prodotto interno lordo della Federazione Russa è sceso “solo” del 2,1%.
Mentre le stime occidentali parlavano di effetti negativi delle sanzioni, che avrebbero determinato una riduzione del PIL del 10-15%.
Ora che sappiamo che le sanzioni applicate dall’occidente, nella speranza di demolire l’economia russa, non hanno prodotto gli effetti sperati, cerchiamo di capire cosa è andato storto.
In realtà, i pacchetti di sanzioni approvati da Europa e Stati Uniti sarebbero davvero riusciti a mettere in ginocchio l’economia della Federazione Russa. Tuttavia, Putin è riuscito ad evitare la catastrofe in questo modo:
Di fatto, il rapporto instaurato tra Russia e Cina è stato decisivo, perché ha permesso di sopperire alle mancanze, derivanti dal blocco applicato dal continente europeo. In sostanza, il Cremlino si è fatto nuovi clienti trovando, nella Cina, oltre un miliardo e mezzo di nuovi consumatori.
C’è, poi, un altro aspetto, decisamente più aspro, che ha fatto fallire le sanzioni, ovvero l’aumento dei prezzi dell’energia.
Dunque, anche se, da marzo 2022 in poi, la Russia ha venduto meno gas metano a livello mondiale, le basse quantità vendute sono state caratterizzate da prezzi decisamente più alti, rispetto al periodo che ha preceduto l’invasione dell’Ucraina.
Sebbene gli esperti abbiano riconosciuto la poca efficacia delle sanzioni economiche applicate dall’Occidente nei confronti della Russia, questi ci tengono a precisare che bisognerebbe valutarle sul lungo periodo. Stiamo a vedere cosa accadrà quest’anno.
Tuttavia, per il momento, l’economia russa non versa in condizioni drammatiche, come ci si attendeva.
Senza contare che, in molti casi, le sanzioni applicate hanno infierito di più sul sanzionatore che sul sanzionato. È questo il caso dell’Ungheria che dipende dal gas e dal petrolio Russo per l’80% e il 90% e si è ritrovata a subire l’effetto boomerang delle sanzioni.
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