Con l’aumento dei tassi variabili sui mutui, ci si domanda se è possibile effettuare il passaggio da variabile a fisso.
Dall’inizio del 2022 ad oggi, i tassi variabili per i mutui sono aumentati mediamente di 180 euro. Le ragioni che determinano l’aumento dei mutui da parte della BCE sono legati principalmente al tasso d’inflazione.
In pratica, quando il tasso di inflazione cresce eccessivamente, la Banca Centrale Europea aumenta i propri tassi influenzando direttamente quelli dei mutui.
Di conseguenza, molti italiani si sono ritrovati a vedere a lievitare notevolmente le rate mensili del mutuo.
Ma c’è una novità introdotta nella Legge di bilancio 2023 che renderà felici molte persone.
In base a quanto stabilito dalla Legge di bilancio 2023, i titolari di mutui hanno la possibilità di rinegoziare, con la propria banca, il tasso di interesse passando da quello variabile al fisso.
La manovra finanziaria prevede che questo passaggio debba avvenire senza costi aggiuntivi, per coloro che hanno un mutuo da meno di 200.000 euro e un indicatore ISEE pari o inferiore a 35 mila euro. Inoltre, condizione affinché un cittadino possa accedere a quest’opportunità e non essere mai stato in ritardo con i pagamenti.
Grazie all’approvazione della manovra e in particolare di quest’opportunità, molti cittadini potranno rinegoziare il mutuo.
In realtà, la suddetta novità normativa non è una vera e propria innovazione. Si tratta, infatti, dell’introduzione della normativa prevista nel 2012, che è stata anticipata rispetto ai tempi originari.
A confermare quanto detto ci ha pensato il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.
Ad ogni modo, ricordiamo che coloro che sono in difficoltà con il pagamento delle rate dei mutui hanno anche altre soluzioni a disposizione.
Tra queste vi è l’opportunità di effettuare la surroga del mutuo, ovvero il trasferimento del prestito da un istituto bancario ad un altro, che applica condizioni più vantaggiose.
La novità inserita nella Legge di bilancio 2023 è indirizzata in favore di coloro che hanno acquistato una casa stipulando un contratto di mutuo a tasso variabile. Proprio questa tipologia di tasso di interesse, nel corso del 2022, ha determinato un considerevole aumento delle rate del mutuo per milioni di Italiani.
Così, oltre alla crisi economica, energetica e all’aumento dei costi dei generi di prima necessità, molti italiani hanno dovuto far fronte anche all’aumento delle rate di rimborso del mutuo.
Ma anticipando una normativa già prevista, il governo ha deciso di dare l’opportunità, a chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile, di poter passare al tasto fisso rinegoziando il contratto, entro la fine del 2023.
Dopotutto, lo scenario sui tassi di interesse per i mutui non è affatto roseo. In base alle previsioni degli analisti del settore, anche il 2023 sarà caratterizzato da una loro crescita.
Dunque, l’intervento inserito in Manovra suona un po’ come una corsa ai ripari da parte del governo, che intende agire in via anticipata, prima che si verifichino ulteriori inasprimenti del costo del denaro da parte della BCE.
L’intervento inserito nella Legge di bilancio 2023 non è una novità assoluta. Infatti, una condizione simile si era già verificata con il governo Tremonti, circa dieci anni fa. All’epoca erano stati previsti diversi requisiti stringenti, che permettevano di usufruire della rinegoziazione del mutuo a tasso variabile.
Inoltre, il provvedimento di quel Governo aveva fissato anche il modo in cui dovevano essere calcolati i tassi fissi da utilizzare in sede di rinegoziazione del mutuo.
La nuova rinegoziazione dei mutui a tasso variabile sarà possibile nel corso del 2023, anche se, per il momento, non sono ancora state divulgate informazioni specifiche.
Con ogni probabilità il modello per la rinegoziazione dovrebbe seguire la falsariga di quello utilizzato dall’esecutivo Tremonti.
Quel che è certo, e che si tratta di un intervento prioritario soprattutto alla luce dell’analisi effettuata dalla Federazione autonoma bancaria italiana.
Di fatto, in base alle stime della FABI, il crescente costo del denaro da parte della Banca Centrale Europea dovrebbe spingere i tassi sui mutui oltre il 6%.
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