Grazie ai benefici della legge 104 è possibile sottoporsi a interventi chirurgici. Ma in molti non conoscono questa opportunità.
La legge 104 fornisce una serie di tutele in favore dei soggetti affetti da disabilità. Tra queste vi è la possibilità di ottenere sconti per interventi chirurgici, anche di tipo preventivo. Scopriamo quali sono i casi in cui è possibile sottoporsi ad un intervento di chirurgia usufruendo delle agevolazioni legge 104.
In base a quanto stabilito dall’ordinamento giuridico italiano, i soggetti affetti da mutazione BRCA hanno diritto al riconoscimento dell’invalidità civile.
Nello specifico, l’Inps attribuisce il 64% di invalidità civile alle donne che effettuano interventi di mastectomia o di asportazione dell’utero o dell’ovaio in via preventiva, ovvero per prevenire la comparsa di tumori o altre patologie.
Secondo quanto stabilito dalla legge italiana, le donne affette da mutazione di tipo BRCA1 e BRCA2 hanno la possibilità di ricorrere alla chirurgia preventiva per diminuire il rischio dell’insorgenza di tumore. Allo stesso tempo, questi soggetti hanno la possibilità di ottenere una determinata percentuale di invalidità.
Quest’opportunità rappresenta una vera e propria rivoluzione nell’ambito dell’invalidità civile. Essa è il frutto di anni di lavoro di alcune associazioni, nate con lo scopo di tutelare i diritti delle donne portatrici della suddetta mutazione genetica.
Secondo alcuni studi è emerso che, in Italia, ci siano tra le 75.000 e le 150.000 persone portatrici della mutazione BRCA.
In pratica, ci stiamo riferendo ai geni coinvolti nei meccanismi di riparazione del DNA, per i quali sono state notate delle forme mutate che aumentano il rischio di sviluppare determinate tipologie di tumori.
Stando alle linee guida nazionali e internazionali, i soggetti che eseguono il test per verificare la mutazione BRCA dovrebbero essere sottoposti ad una sorveglianza speciale, per permettere di diagnosticare rapidamente l’insorgenza di qualsiasi tipo di tumore. In altri casi, è consigliato sottoporsi ad un intervento di chirurgia, che consente di ridurre il rischio di contrarre il cancro.
Purtroppo, nelle situazioni più critiche, i soggetti vengono sottoposti ad un ciclo di chemioterapie preventivo.
Le donne sane che scoprono di avere un gene mutato, che le espone al rischio di tumori alla mammella, all’utero o all’ovaio hanno la possibilità di sottoporsi ad un intervento di chirurgia di riduzione del rischio. In questi casi, la legge prevede il riconoscimento, su richiesta, di una percentuale di invalidità civile.
Dopotutto, sottoponendosi ad un intervento di chirurgia preventiva il soggetto va incontro a ripercussioni fisiche e psichiche.
Per accedere all’invalidità civile è necessario rivolgersi all’istituto previdenziale.
In linea generale, le donne che si sottopongono a mastectomia hanno diritto ad una percentuale di invalidità pari al 40%, la stessa che è riconosciuta anche in caso di asportazione di utero, ovaio e tube.
Invece, se il soggetto si sottopone ad un intervento chirurgico di rimozione della mammella e di asportazione di utero e annessi, la percentuale d’invalidità riconosciuta è pari al 64%.
A questa percentuale è possibile aggiungere un ulteriore punteggio legato alla sofferenza psichica che accompagna tali interventi.
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