Una clinica di lusso, nella sua Sicilia, per curare la sua malattia: una lunga, lunghissima latitanza da boss dei boss, con la connivenza di non pochi soggetti pronti a coprirgli le spalle. Emergono sempre di più, ora dopo ora, i dettagli “del soggiorno” da fuggitivo del capo dei capi, Mattia Messina Denaro, arrestato nelle ultime ore dopo quasi un decennio di ricerche.
Il numero uno della mafia italiana, Matteo Messina Denaro, considerato l’ultimo padrino della criminalità di casa nostra (non è un gioco di parole), è stato arrestato dopo che gli investigatori hanno ricevuto una soffiata secondo cui uno dei criminali più ricercati al mondo stava ricevendo cure mediche per un tumore in una nota clinica di lusso della sua Palermo. Lo hanno rivelato quest’oggi fonti della polizia di Stato.
Matteo Messina Denaro, 60 anni, latitante dal lontano 1993, è stato arrestato mentre usciva dalla struttura sanitaria privata di La Maddalena, alla periferia della città siciliana, dove le forze speciali erano di guardia da quando le autorità hanno appreso del suo ricovero, naturalmente sotto falso nome, ben tre giorni fa. Indossava abiti di lusso e un orologio da € 38.000.
Il mafioso, un tempo considerato un candidato capo dei boss della mafia siciliana dopo la morte di Bernardo Provenzano nel 2016 e di Salvatore Riina nel 2017, da circa un anno riceveva cure periodiche presso la struttura sotto il falso nome di Andrea Bonafede.
“La salute è una di quelle cose che, prima o poi, costringe a esporsi chi vuole nascondersi”. Lo ha detto, questa mattina, in conferenza stampa a Palermo il generale Pasquale Angelosanto dei Carabinieri. “Nell’ultimo periodo abbiamo concentrato le nostre indagini sulle sue condizioni di salute. Sapevamo che era malato. Nei giorni scorsi abbiamo capito che quel giorno un uomo che corrispondeva ai bozzetti che avevamo del capo sarebbe andato in questa clinica”.
Eh sì, avete capito bene, perché da anni le forze dell’ordine non avevano un identikit reale di Matteo Messina Denaro, ma solo bozzetti derivati dalle ipotesi su come fosse diventato dopo ben 30 anni di latitanza, senza alcuna certezza sui suoi possibili cambiamenti fisionomici.
Una clinica di lusso nel cuore della sua Sicilia? Sappiamo bene quale legame unisce molti boss alla loro terra natìa. Anche a costo di rischiare grosso, come è accaduto. Una Sicilia che lo ha protetto e lo ha sostenuto nel suo lungo nascondersi, non c’è dubbio.
Di sicuro, un paziente di lusso, non c’è dubbio. Nessuna possibilità di convenzione, la Maddalena è un’eccellenza, ma soprattutto i costi sono completamente a carico del paziente. Pensate, in tal senso, che Mattia Messina Denaro avesse problemi a pagare?
La Maddalena è una delle assolute eccellenze oncologiche in Italia. Viene classificata addirittura nel livello III. La clinica, con i suoi professionisti, si è anche specializzata negli anni in trapianto di midollo osseo. Dispone inoltre di un dipartimento di radioterapia oncologica e di microchirurgia oculare e di un’unità funzionale di lungodegenza.
Oltre a essere una delle migliori strutture oncologiche del Paese, possiede uno staff di assoluto affidamento, con i migliori professionisti italiani e stranieri, quindi non solo siciliani, 11 piani per circa 15mila metri quadrati. La proprietaria direttrice è la Dott.ssa Stefania Filosto.
Dalle indiscrezioni che si apprendono in rete, solo il pernottamento si aggirerebbe sui 200 euro giornaliero, una cifra che include solo l’uso della camera del paziente e che non incorpora quindi i costi delle visite e delle terapie.
Gli inquirenti hanno raccontato che, verso le 8.30, Denaro, con indosso un berretto di lana bianca, occhiali da vista fumè e un cappotto di montone marrone, si era recato in clinica con in mano un foglio di carta contenente l’esito negativo di un test Covid, requisito obbligatorio per quelli come lui che devono sottoporsi a terapie e a una serie di esami del sangue.
Il paziente, come in questo caso Messina Denaro, anticipa interamente di tasca propria visite, eventuale degenza. E poi può decidere di farsi rimborsare da un’assicurazione privata. Centinaia di euro, non c’è dubbio, da spendere, non certo alla portata di tutti. Costi, insomma, pari a quelli di un albergo 4 stelle. Adesso è caccia aperta ai suoi fiancheggiatori.
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