In tempi di recessione, il prezzo della propria casa può subire fortissime influenze. In alcune situazioni, però, il prezzo potrebbe non essere intaccato come si pensa. Ecco perché i prezzi potrebbero non calare.
L’economia sta vivendo un momento non affatto facile. Sono tantissimi i problemi che le varie situazioni storiche hanno innescato. Tra questi, c’è anche la possibile recessione che potrebbe aggravare già uno scenario grave di per se. Anche questo aspetto inizia a preoccupare, soprattutto in relazione alla possibile svalutazione dei propri immobili.
Nel corso degli ultimi anni, il settore immobiliare non ha visto tante operazioni accendersi. Molti vedono, infatti, che i prezzi delle case aumentano sempre di più. Anche se gli esperti sono convinti che questa curva non continuerà per sempre ma ci sarà un momento in cui l’intero movimento rallenterà. Anche perché, aspetto che si sta già verificando, le vendite sono sempre di meno.
È sempre più probabile che l’Italia vivrà un periodo di recessione. Per tale ragione, molti si chiedono se sia il momento adatto per vendere o acquistare una casa. Una domanda che si pongono in molti dato che acquistare una propria struttura rappresenta un obiettivo sempre di più persone. In questo caso, unendo i due argomenti andremo a rispondere al perché in alcune zone il prezzo, nonostante la recessione, non vada a calare.
Sia la pandemia che la guerra, ancora in corso, tra Ucraina e Russia hanno innescato situazione di altissima pressione su ambito alimentare ed energetico. Tali scenari ha portato ad un tasso di inflazione decisamente alto. Per questo, molti temono che la recessione colpisca anche il settore dell’immobile. Ad esporsi è stato il diretto della ricerca presso la società Zelman & Associates, Dennis McGill. L’esperto ha evidenziato come potrebbero esserci dei cambiamenti significati. Nel 2023, i prezzi delle case, potrebbero scendere fino al 4% mentre nel 2024, del 5%.
Anche altre agenzie hanno iniziato ad aumentare i tassi di interesse in modo sostanzioso. Una contromisura che contrasta l’inflazione ma dall’altra parte non fa felice chi ha stipulato un mutuo. Anche se, l’idea generale, è quella che si è già in recessione data che la produzione economica sta già dimostrando segni di cedimento.
Alcune zone potrebbero non essere toccato dalla recessione ma il settore immobiliare sarà protagonista di un certo rallentamento. Il boom segnalato nel 2020-2021, con ogni probabilità, non sarà replicato nei prossimi anni. Una fase di raffreddamento legata anche al fatto che i mutui e i tassi variabili possano rappresentare un durissimo scoglio da sostenere.
L’aumento dell’inflazione ha portato alcune banche a ripensare alla politica dei tassi bassi prevista prima dell’arrivo della pandemia. Come detto, vari enti hanno riformulato la cifra per quanto riguarda il tasso di interesse. Portando fortissimo sgomento in tante persone.
Sia il mutuo che le varie obbligazioni, stanno raggiungendo sempre un prezzo più alto. Cosa che sta portando, sia venditori che acquirenti, a riflettere tantissime volte prima di procedere. Ma i tassi di interesse in aumento potrebbe dare vista ad un abbassamento del prezzo di vendita. Dunque, la situazione sembra congelata e potrebbe essere così per un lungo periodo. Dall’altra parte, i venditori staranno attenti alle variazioni di prezzo, così da vedere se il proprio immobile subirà qualche cambiamento in tal senso.
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