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Economia

Esenzione ticket sanitario, chi sbaglia paga: attenzione ai requisiti di accesso

Published by
Valentina Trogu

L’esenzione dal pagamento del ticket sanitario è riservata ad alcune categorie di cittadini. Chi dichiara il falso rischia multe salate.

La Legge italiana garantisce il diritto all’esenzione ticket previo rispetto di determinate condizioni.

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Quando si effettuano visite mediche specialistiche, esami di diagnostica strumentale e di laboratorio o cure termali occorre pagare un ticket. Introdotto nel 1982, il ticket sanitario rappresenta la modalità con la quale i cittadini contribuiscono al costo delle prestazioni sanitarie che utilizzano. L’importo è vario e ci sono casi in cui non dovrà essere corrisposto. Lo Stato, infatti, prevede l’esenzione dal pagamento per alcune categorie di cittadini che soddisfano determinati requisiti che possono essere reddituali, anagrafici o di altro genere. Queste persone riceveranno un codice di esenzione che permetterà loro di non pagare alcuni esami o visite legate alla propria patologia. Condizione necessaria, dunque, è che la prestazione richiesta sia giustificata da esigenze specifiche dettate dalla propria patologia. Ma scopriamo quali sono gli assistiti che hanno diritto all’agevolazione.

Esenzione ticket, le condizioni

La normativa prevede l’esenzione ticket soddisfacendo determinati requisiti reddituali associati all’età e alla condizione sociale, in presenza di patologie rare, di malattie croniche, in caso di riconoscimento dell’invalidità e in casi particolari come in gravidanza, nella diagnosi precoce di tumori o di accertamento dell’HIV.

Oggi ci soffermeremo sul requisito reddituale. L’esenzione spetta ai cittadini minori di sei anni e over 65 con reddito familiare inferiore a 36.1521,98 euro (codice E01). Nella lista compaiono anche i disoccupati con reddito non superiore a 8.263,31 euro (diventa 11.362,05 euro se coniugati) che sale di 516,46 euro per ogni figlio a carico (codice di esenzione E02). Stessi limiti per i beneficiari di pensione minima (codice E04) mentre non sono previste soglie massime per i percettori di Assegno sociale con figli a carico (codice E03). Per persone a carico si intendono soggetti con reddito personale inferiore a 2.840,51 euro.

L’esenzione si chiede presentando un’autocertificazione in cui si attesta la soddisfazione del requisito reddituale. Qualora l’importo dovesse variare nel corso del tempo sarebbe obbligatorio comunicare tempestivamente il cambiamento all’ASL territoriale di competenza per evitare di incorrere in sanzioni.

Cosa accade se si commette un errore

Un eventuale errore nel comunicare il reddito o in assenza della comunicazione della variazione reddituale che potrebbe portare a superare la soglia massima di accesso all’esenzione comporterebbe l’arrivo di un’ingiunzione di pagamento. Naturalmente non tutti i cittadini agiscono in malafede. Tante persone non hanno pagato i ticket perché convinti di rientrare nell’esenzione per uno sbaglio di valutazione. Chi ha considerato, per esempio, un reddito complessivo errato potrebbe aver approfittato dell’agevolazione senza averne diritto.

Occorre distinguere, dunque, caso per caso ma non è semplice. La Regione Lombardia sta procedendo annullando le sanzioni riportate dai verbali di accertamento a partire da gennaio 2022 con verbali riferiti all’anno appena finito. Chi ha ricevuto già l’ordinanza di ingiunzione, invece, dovrà pagare. Chi è in dubbio farà meglio a controllare la propria posizione prima della notifica di un verbale di accertamento in modo tale da regolarizzarla – in caso di errori – con ravvedimento operoso e non pagare, così, le sanzioni.

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