Gianluca Vialli e Gianluigi Buffon: cosa hanno in comune due straordinari campioni del nostro calcio, oltre ad aver indossato la maglia azzurra e quella bianconera della Juventus all’apice della loro carriera?
Sono ore di profondo, straziante dolore, per la morte dell’eterno bomber della Sampdoria. Viviamo momenti di incredulità per il triste destino dell’attaccante che negli anni 80-90 conquistò i tifosi di mezzo mondo per la sua generosità, per l’eleganza, per la forza fisica e per straordinaria correttezza che seppe mostrare in campo.
Gli amanti del calcio, non solo italiani, ma di tutta Europa, piangono Gianluca, l’eterno ragazzo che seppe condurre i doriani ad un risultato storico, incredibile.
La maglia blucerchiata cucita addosso come una seconda pelle, quello scudetto che ha segnato un miracolo sportivo nelle vicende del nostro campionato. E poi quella finale di Champions persa di un soffio contro un Barcellona bello e anche fortunato.
Chissà cosa proverà in queste ore il suo eterno gemello Roberto Mancini, il nostro commissario tecnico della Nazionale: un pezzo della sua vita se n’è andato per sempre. Prima compagni nella Samp e in maglia azzurra, poi la condivisione del trionfo agli Europei, uno allenatore e l’altro capo delegazione, con quell’abbraccio che resterà impresso nei nostri cuori e nelle nostre menti.
Gianluca Vialli, dopo i miracoli alla Samp di Vujadin Boskov (scudetto, 3 coppe italia e coppa delle coppe, una finale di champions persa), seppe conquistare anche Londra, quando la Premier League cominciava appena ad assaporare i nostri gioielli. Una Inghilterra che non lo dimentica. Lì, all’ombra del Tamigi, l’ex ragazzo della Cremonese seppe conquistarsi una seconda carriera e una seconda vita. E lì, in quell’ospedale della Capitale, ci ha lasciato per sempre, sconfitto da un male incurabile che nella partita di ritorno ha avuto la meglio.
Dribbling, grande conclusione alla distanza, opportunismo: Vialli, forse, non riempì le pagine di giornali con una pioggia di goal, pur andando spesso in doppia cifra. E probabilmente, anzi sicuramente, avrebbe meritato maggiore fortuna a livello di successi personali.
Per carità, ne ha conquistati di titoli: prima lo scudetto con la Sampdoria, anticipato dalle tre Coppa Italia con il record assoluto di reti, poi il passaggio alla Juventus dove seppe ritagliarsi un nuovo ruolo dal leader. La Coppa delle Coppe con la maglia doriana, oltre allo scudetto, rimarranno traguardi emblematici, così come i gol a catinelle in giovane età con la maglia dell’Under 21. In quel manipolo di giovani straordinari, accanto all’eterno compagno Roberto Mancini, Vialli seppe emergere per talento e continuità. E accanto al Mancio sfiorò il traguardo che ogni campione sogna di vincere, la Champions, superato di misura nel tempio di Wembley dal Barcellona.
Il periodo juventino, subito dopo, è davvero ricco di successi, sia nell’era Trapattoni che in quella Lippi, con Vialli che, pur vivendo fasi alterne, divenne ancora leader. Ed eccoli i sogni nel cassetto che divennero realtà: la Coppa Uefa e finalmente la Champions, da protagonista, nella finale contro l’Ajax. Incredibile il tridente di fine anni 90 con un giovane Del Piero e con Ravanelli: il cuore dei tifosi bianconeri di rado ha battuto così forte per un campione, anche se la Sampdoria rimane casa, rimane il, miracolo assoluto.
Il passaggio al Chelsea, prima da giocatore e poi da allenatore, in una carriera fugace in panchina, non segna grandi trionfi, ma di sicuro gli inglesi lo amarono perché Gianluca era il prototipo dell’attaccante ideale per la Premier League.
Cosa manca nella carriera di Gianluca Vialli? Sicuramente la vittoria di un Mondiale, solo sfiorato ad Italia 90, ma soprattutto un pallone d’oro che a livello personale non è mai arrivato. Un po’ come accaduto ad un altro mito della maglia azzurra e della Juventus, quel Gian Luigi Buffon che è arrivato fino a toccare il cielo con un dito nella notte di Berlino, ma non ha mai alzato quel trofeo, al pari di Vialli, che a livello personale ogni calciatore sogna di conquistare.
Vialli ha sfiorato per ben due volte il pallone d’oro, raggiungendo il settimo posto nel 1991 e nel 1988. Erano anni d’oro prima della Samp e poi della Juve. Nel 2015 è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano.
Lo stesso vale per Buffon, che nonostante la Champions, il titolo mondiale e gli scudetti con la Juve non ha mai ottenuto il premio più ambito. Ben nove le candidature di Buffon al pallone d’oro, che da miglior portiere del mondo è entrato tra i possibili eletti dal 2003 al 2008. Poi è stato candidato nel 2012 e nel 2013.
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