Non solo cattive notizie per gli italiani. A quanto pare per i cittadini ci sarà un momento di respiro che si lega all’argomento bollette. Occhio a questa data, potrebbe essere un giorno positivo.
I costi energetici risultano ancora oggi un problema da non sottovalutare. Nonostante l’imminente manovra del governo, questo problema non sarà del tutto risolto. A quanto pare, però, ci sarà un momento di respiro per i tantissimi cittadini italiani. Una data in particolare è da cerchiare in rosso sul calendario.
Lo scorso luglio, l’Arera aveva deciso di dare il via al cambiamento della cadenza e del metodo di tariffazione del gas. Cosa che ha portato a separare il gas dalla luce. Invece di bollette ogni 3 mesi “ex ante” si è preferito dare bollette mensili “ex post”.
Nella giornata del 3 gennaio si è deciso di dare vita ad una tariffa in base ai prezzi di consumo ottenuti nello scorso dicembre. Quindi, alla base dei prezzi di gennaio ci dovrebbe essere il calo della cifra del gas al Ttf. In sostanza, la bolletta sarà meno cara e sarà generata nel secondo giorno lavorativo di febbraio, il 2.
Al Corriere della Sera, il presidente di Arera, Stefano Besseghini ha sottolineato di come questa variazione abbia l’obiettivo di frapporti a tutte le iniziative, sia a livello italiano che a livello europeo. Quindi si viaggia sulla volontà di contenere i prezzi del gas.
Continua svelando che il calo del prezzo è avvenuto solo dal 17/18 dicembre. Mentre nella prima metà del mese il valore si è tenuto su numeri alti: Dai 135 ai 140 euro a megawattora. Questo è il motivo per cui le bollette non sonno calate. Alla domanda se le fatture saranno meno care, il presidente Arera si mostra positivo. A tal proposito aggiunge che si deve tenere conto di come il prezzo sia sceso fino a toccare 76,3 euro a megawattora nella giornata del 3 gennaio. Il mercato che si prende come riferimento è quello del Ttf di Amsterdam. Besseghini aggiunge che i se i prezzi dovessero mantenersi sugli standard attuali ci sarà un abbassamento delle tariffe. La soglia da non superare è quella degli 80 euro per megawattora.
A funzionare, inoltre, sarebbe il sistema di calcolo. A tal proposito, Besseghini parla di un rincaro nel mese di dicembre ancora più profondo se non ci fosse stato quel sistema. Con la decisione di luglio, è entrato in scena un nuovo metodo che procede all’aggiornamento mensile delle tariffe partendo dalla media dei 30 giorni appena trascorsi. Mentre, il discorso su tre mesi portava a una non tutela immediata per il consumatore.
Per quanto riguarda un altro tema decisamente sensibile, quello dell’elettricità, il presidente Arera, sempre al Corriere della Sera, sottolinea che nel primo trimestre del 2023 il prezzo scenderà, per una famiglia tipo, del 19,5%. Un dato che va preso in considerazione rispetto ai tre mesi appena trascorsi.
Tali numeri, continua, vengono fuori grazie alle mosse del governo precedente che ha deciso di ridurre i riscaldamenti di due settimane. La riduzione delle temperature nelle abitazioni con consumo centralizzato è stata di un grado.
Infine, la benzina pare essere il vero tasto dolente di questo 2023. Come sappiamo, il governo Meloni non ha dato il via libera alla proroga del taglio delle accise che è scaduto il 31 dicembre. Questo aumento, insieme ai pedaggi autostradali, le assicurazioni e i biglietti dei mezzi di trasporti sono situazioni che stanno arrivando sull’attuale esecutivo. E, pare, non ci sia molto margine di manovra.
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