Dov’è finito il Reddito di Cittadinanza? Non servirà chiamare Chi l’ha visto, se non si riceverà la ricarica è per un semplice motivo.
Una scadenza da rispettare, il 31 gennaio 2023. Se i percettori non sbrigheranno un importante compito subiranno la sospensione della misura.
È iniziato l’ultimo anno per il Reddito di Cittadinanza. Gli intenti del Governo Meloni sono sempre stati chiari e la Legge di Bilancio 2023 li ha confermati. Pian piano la misura verrà tolta prima agli occupabili e poi anche ai non occupabili per sparire completamente nel 2024. Inoltre sarà molto più semplice perdere il diritto al sostegno economico. Basterà rifiutare anche una sola volta una proposta di offerta di lavoro per dire addio all’RdC. Quali novità ha dunque introdotto la manovra fiscale? I tempi del rinnovo sono stati ridotti da diciotto mesi e soli sette mesi. Ciò significa che per tanti percettori luglio 2023 sarà l’ultima volta che riceveranno la ricarica. Non per tutti perché i sette mesi di erogazione possono essere anche non consecutivi (per esempio in caso di sospensione per un lavoro di uno o due mesi). Sospensione, questo evento riguarda anche la scadenza del 31 gennaio che ogni percettore di Reddito di Cittadinanza deve rispettare.
I percettori per non rischiare la sospensione della prestazione devono aggiornare l’ISEE entro il 31 gennaio 2023. Lo scorso 31 dicembre 2022, infatti, è scaduto l’ISEE 2022 e per continuare a ricevere Bonus e agevolazioni occorrerà procedere con il calcolo dell’ISEE 2023. L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente ha valenza annuale, da gennaio a dicembre. Non importa quando sia avvenuta la richiesta. Anche un ISEE calcolato nel mese di novembre scade il mese successivo.
Da qui la necessità di aggiornamento per non perdere il diritto al Reddito di Cittadinanza. L’INPS, infatti, deve accertare che i requisiti di accesso siano ancora soddisfatti. I cittadini, dunque, hanno il compito di compilare e inviare la DSU, documento da cui si estrapolerà l’Indicatore. I redditi e patrimoni presi in considerazione sono quelli dei due anni precedenti. Ciò significa che per calcolare l’ISEE 2023 sarà necessario riportare i dati riferiti al 2021.
Le conseguenze per i percettori di RdC sono due. Nel caso in cui l’ISEE risultasse differente rispetto l’anno precedente, l’importo del sostegno al reddito verrebbe ricalcolato. Con valore dell’indicatore più basso le somme erogate potrebbero essere superiori, con valore più alto si potrebbe assistere ad una decurtazione della ricarica. Non solo, qualora il nuovo ISEE risultasse superiore ai limiti della normativa si perderebbe immediatamente il diritto alla misura. Di conseguenza, gennaio potrebbe essere l’ultimo mese in cui si riceverà al ricarica.
Ricordiamo, infine, che la sospensione per chi non invierà il nuovo ISEE entro il 31 gennaio 2023 scatterà nel mese di febbraio e riprenderà il mese successivo al calcolo dell’ISEE 2023.
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