La rinegoziazione dei tassi del mutuo sarà concessa con più facilità. Ecco i piani del Governo per sostenere i cittadini.
La Banca Centrale Europea aumenterà ancora i tassi di interesse. Per salvarsi chi ha un mutuo variabile può ricorrere all’aiuto del Governo.
Gli importi dei mutui stanno lievitando sempre più da quando la BCE sta aumentando il valore del denaro per fronteggiare l’inflazione. La situazione è critica sia per chi intende acquistare una casa – qui il Bonus attivo – sia per chi ha già un mutuo ma è a tasso variabile. Gli importi che si stanno raggiungendo sono insostenibili per tante famiglie. Parliamo di una rata superiore di 200 o 300 euro rispetto a pochi mesi fa, prima che tutto questo stravolgimento iniziasse. E la strada che porta all’abbassamento dell’inflazione è ancora molto lunga. Come agire, dunque, evitando un salasso? Interviene il Governo con nuove direttive in relazione alla rinegoziazione dei mutui. La procedura sarà legata all’ISEE ed è contenuta nella Legge di Bilancio 2023.
Scacco matto del Governo italiano alla BCE e all’annuncio di un nuovo aumento dei tassi di interesse. La Banca Centrale sarà anche obbligata a rialzare i costi a causa dell’inflazione ma a rimetterci sono le famiglie italiane che non possono sostenere una rata elevata del mutuo. Per poter abbassare l’importo si potrà procedere con una rinegoziazione a condizioni più vantaggiose grazie alla Legge di Bilancio 2023.
Nello specifico, il Governo Meloni reinserirà una norma approvata nel 2011. Beneficiari della reintroduzione le famiglie che hanno stipulato un mutuo a tasso variabile su cui gravano pesantemente le oscillazioni di mercato. La norma prevede la possibilità di passare dal tasso variabile al fisso a condizione che il contratto di mutuo sia inferiore a 200 mila euro. Inoltre, possono richiedere il passaggio solamente coloro che hanno un ISEE inferiore a 35 mila euro e i cui pagamenti risultano in regola.
Questa rinegoziazione favorirà realmente le famiglie italiane? Il tasso applicato dovrebbe risultare molto più conveniente dato che viene ricavato dall’IRS, indice interbancario a 10 anni e dal tasso Eurirs di riferimento (stima rilevata dal residuo del mutuo al momento della variazione). Nel conteggio finale, poi, la banca inserirà lo Spread ossia la remunerazione della banca stessa che non può superare il 6%.
Ricordiamo che è facoltà del richiedente poter allungare il piano di ammortamento di cinque anni a condizione che la parte eccedente del mutuo non sia superiore ai 25 anni. In questo modo si potrà abbassare ancora di più l’importo mensile. Questo dove la rinegoziazione non è possibile.
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