Con un emendamento, il PD ha inserito nella Legge finanziaria del prossimo anno il reddito alimentare 2023. Ma di cosa si tratta?
Tramite un emendamento, il Partito Democratico ha fatto entrare nella Legge finanziaria 2023 una misura che ha lo scopo di offrire un sostegno concreto a cittadini e famiglie in grave difficoltà economica. Ci stiamo riferendo al reddito alimentare 2023.
Il reddito alimentare 2023 non è il classico bonus per famiglie bisognose. Si tratta di una misura che prevede la distribuzione di pacchi alimentari, che saranno consegnati direttamente ai cittadini e alle famiglie in grave difficoltà economica.
La misura è stata inserita nella Legge di bilancio 2023, tramite un emendamento proposto dal deputato PD Marco Furfaro. Al momento non si conoscono ancora le modalità di attribuzione del reddito a cittadini e famiglie. Tuttavia, può essere data per certa l’introduzione della misura nella prima manovra finanziaria firmata dal governo Meloni.
In che modo saranno distribuiti i redditi alimentari? Quali saranno i requisiti di attribuzione?
La legge di bilancio 2023 non è ancora stata approvata, ma è chiaro che prevede una serie di misure che hanno lo scopo di offrire un concreto aiuto a cittadini e famiglie in difficoltà.
Dopotutto, la crisi energetica ed economica che ha caratterizzato il 2022, l’anno della ripresa post Covid, è stata piuttosto opprimente. Se a tutto ciò ci aggiungiamo la crisi lavorativa, l’aumento del tasso di inflazione e la minaccia di una guerra nucleare, si delinea un quadro davvero allarmante.
L’idea di un reddito alimentare 2023 che non venga erogato sotto forma di bonus economico, ma che distribuisca alle famiglie in difficoltà pacchi alimentari rappresenta, senz’altro, una delle misure più concrete.
L’emendamento proposto dal PD è stato inserito nella prossima Legge finanziaria. Sarà poi necessario un decreto attuativo affinché il reddito venga emanato, entro massimo 60 giorni dall’approvazione della Manovra.
Ad oggi non si conoscono ancora le modalità tramite le quali sarà riconosciuto il reddito alimentare ai cittadini. Lo stesso discorso vale anche per le categorie di beneficiari della misura.
Quel che è certo, è che grazie al reddito alimentare i soggetti in difficoltà riceveranno direttamente un beneficio alimentare, che sarà distribuito tramite prenotazione.
In base ad alcune indiscrezioni, pare che i cittadini avranno accesso ad un’applicazione dedicata, con la quale potranno prenotare i propri pacchi alimentari.
Prima di introdurre il reddito alimentare a livello nazionale sarà condotta una sperimentazione, che interesserà solo le città con la popolazione maggiore. Successivamente, sarà possibile accedere a questa opportunità anche per il resto della popolazione italiana.
In ogni caso, la misura prevede una prima fase che servirà ad individuare i nuclei familiari in condizioni di bisogno. In base a quanto spiegato dallo stesso Furfaro, che ha proposto l’emendamento, i pacchi alimentari saranno composti da cibo invenduto dei supermercati.
Quindi, nella maggior parte dei casi, si tratta di tutti quegli alimenti prossimi alla scadenza o che devono essere rimossi dagli scaffali e smaltiti.
In questo modo, oltre ad aiutare i cittadini in difficoltà si ottiene anche un altro effetto positivo che riguarda la riduzione dello spreco alimentare.
Ad oggi, infatti, annualmente avviene uno spreco di oltre 230.000 tonnellate di cibo, che non è né avariato né scaduto. Quest’enorme quantità di alimenti potrebbero essere devoluti alle famiglie bisognose con l’attuazione del reddito alimentare.
In merito alla distribuzione dei pacchi, l’ipotesi più accreditata è che i beneficiari del reddito provvedano personalmente al ritiro degli alimenti. Tuttavia, per alcune categorie di cittadini, ad esempio invalidi e anziani, l’intenzione è quella di organizzare un servizio di consegna a domicilio.
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