I molti non sanno che è possibile andare in pensione senza contributi. Questa possibilità sarà concessa anche il prossimo anno.
Andare in pensione nel 2023 sarà possibile usufruendo degli stessi meccanismi di pensionamento del 2022.
Anche se nelle ultime settimane sentiamo spesso parlare di riforma delle pensioni, per il momento è certo che, con l’approvazione della legge di bilancio, i lavoratori avranno a disposizione le stesse misure del 2022. Ci riferiamo sia alle forme di pensionamento anticipato e al pensionamento ordinario.
Ad ogni modo, il governo ha intenzione di creare un tavolo per discutere l’approvazione di una nuova riforma che andrà a sostituire la legge Fornero. Ma, questo importante cambiamento, si verificherà solo nel 2024.
Nel frattempo i lavoratori hanno a disposizione Opzione donna, Ape sociale, Quota 41 e il pensionamento ordinario.
Tuttavia, alcune persone hanno la possibilità di andare in pensione pur non avendo versato contributi o avendone versato una quota insufficiente.
Il sistema pensionistico italiano prevede che per accedere alla pensione di vecchiaia sia necessario aver versato un determinato numero di anni di contributi. Questo cambia in base alle riforme approvate dei vari governi.
Ad esempio, attualmente è in vigore la legge Fornero che prevede il raggiungimento di 67 anni di età e il versamento di almeno 20 anni di contributi. Invece, se diamo un’occhiata alle forme di pensionamento anticipato, anche quella ordinaria, ci accorgiamo che queste prevedono un requisito contributivo più alto.
Ad esempio, la pensione di vecchiaia anticipata ordinaria richiede il versamento di 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e 40 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini. Invece, Opzione donna richiede un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni.
Ad ogni modo, molti non sanno che si può andare in pensione senza aver versato contributi o avendo le versato una quantità insufficiente.
Alcuni lavoratori hanno la possibilità di andare in pensione pur avendo versato una quota contributiva insufficiente rispetto alle riforme attualmente in vigore.
Ad esempio, è possibile andare in pensione con 15 anni di contributi, purché almeno un contributo sia stato pagato entro il 31 dicembre 1995 e 5 siano stati versati in data successiva al 5 gennaio 1996. Ci stiamo riferendo alla cosiddetta Opzione Dini, introdotta dalla legge Amato, e poi estesa a coloro che:
Ma si può andare in pensione anche con 5 anni di contributi.
In questo caso è necessario che il contribuente non abbia effettuato versamenti prima del 31 dicembre 1995 e sia iscritto ad una delle casse previdenziali gestite dall’INPS.
Per fruire di quest’opportunità, è necessario aver raggiunto 71 anni di età anagrafica e aver effettuato 5 anni di versamenti contributivi pagati integralmente in data successiva al 31 dicembre 1995.
I lavoratori che, invece, hanno versato anche solo un contributo prima della suddetta data possono chiedere il trasferimento dei contributi nella Gestione separata INPS. In tal caso, il contribuente andrà in pensione se ha accumulato almeno 15 anni di contributi (e non 5) e se ha almeno un versamento contributivo prima del 31 dicembre 1995.
Ma la disciplina pensionistica italiana prevede anche altre opzioni, che permettono di andare in pensione senza contributi.
In Italia è possibile andare in pensione senza aver versato alcun contributo. Tuttavia, per accedere a questa opportunità determinati requisiti anagrafici, reddituali e, in alcuni casi, sanitari.
Tra i modi che permettono di andare in pensione senza contributi vi è l’assegno sociale. Ci stiamo riferendo alla misura economica erogata in favore dei soggetti che hanno raggiunto 67 anni di età e hanno un reddito basso.
In alternativa, da qualche anno, è possibile accedere alla pensione di cittadinanza. In tal caso, il soggetto deve avere un ISEE pari o inferiore a 9360 euro e aver raggiunto l’età di pensionamento ordinario.
Infine, vi è la pensione di invalidità, che viene erogata in presenza di 5 anni di versamenti contributivi. In questo caso, è necessario il soggetto che accede alla misura abbia versato almeno 3 anni di contributi, nel quinquennio precedente alla presentazione della domanda. Inoltre, trattandosi di pensione di invalidità occorre che il soggetto che effettua la domanda abbia una ridotta capacità lavorativa di almeno due terzi.
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