Liete notizie dal mondo della ricerca scientifica, il vaccino a mRna potrebbe risultare decisivo nella lotta ai tumori. Parola, o meglio, studio di Paolo Ascierto, oncologo napoletano che tanto ha dato anche nella sfida pandemica.
La ricerca in questione potrebbe stravolgere le carte in tavola, a nostro favore.
Nel corso della crisi pandemica si è fatta la conoscenza del vaccino con la tecnologia a mRNa. Una ricerca potrebbe dar garanzia di come tale tipologia di vaccinazione in combinazione con il farmaco immunoterapico pembrolizumab possa limitare al 44% il pericolo di ricaduta. Uno splendido annuncio per la battaglia ai tumori.
Se l’esito conseguito dagli studi della seconda fase avranno conferma, sarà una lieta novella non solamente per i pazienti affetti da melanoma, ma anche per quanti stiano affrontando altri tumori.
Questo quanto detto da Paolo Ascierto, a presidenza della Fondazione Melanoma e alla guida dell’Unità di Oncologia melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’Istituto Pascale di Napoli, in occasione di un confronto con Ansa.
L’oncologo napoletano ha illustrato come le conclusioni della seconda fase dello studio abbiano rivelato le potenzialità di un nuovo vaccino mRNA prodotto da Moderna (chiamato a oggi con il nome di mRNA-4157/V940) in associazione al farmaco immunoterapico pembrolizumab di limitare del 44% la possibilità di ricomparsa in confronto alla sola immunoterapia.
Il presidente della Fondazione Melanoma rammenta quanto la tecnologia fondante del nuovo vaccino terapeutico sia la medesima di quello messo in campo per arginare il Covid.
Sebbene in questa circostanza si abbia a che fare con un processo dalle tinte innovative poiché focalizzato sulla personalizzazione del vaccino su ciascun singolo paziente, come precisato proprio da Ascierto. Il discorso è identico anche per le altre patologie oncologiche.
Ragion per cui, se gli esiti sul melanoma dovessero ricevere definitiva approvazione sarà una splendida notizia per ogni paziente oncologico.
La terza fase della ricerca avrà inizio il prossimo anno, come spiega infine l’oncologo dell’Istituto Pascale di Napoli:
In genere dall’arruolamento al primo dato possono passare dai 3 ai 5 anni.
Attendiamo con la speranza e l’augurio che la ricerca scientifica possa mettere un altro importante tassello in questo impervio cammino. Siamo con voi.
Le informazioni presenti nell’ articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi.
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