La ricarica del Reddito di Cittadinanza del mese di dicembre 2022 non arriverà a tutti i percettori. Si tratta di un “arrivederci” o di un “addio”?
L’ultimo mese dell’anno riserva brutte sorprese per alcuni percettori di Reddito di Cittadinanza. I soldi non arriveranno, scopriamo perché.
Da martedì 20 settembre sono iniziate le erogazioni dell’RdC del mese di dicembre con qualche giorno di anticipo rispetto al tempo ordinario per via delle feste natalizie. Tanti percettori, dunque, vedranno accreditarsi i soldi prima di Natale ma molti altri rimarranno delusi. Per loro non arriverà alcuna ricarica e i motivi sono diversi. Può essere a causa del mese di stop previsto dopo la diciottesima ricarica, per una sospensione della misura o per la decadenza del Reddito di Cittadinanza.
Iniziamo da coloro che nel mese di novembre hanno inoltrato domanda di rinnovo dell’RdC perché trascorsi diciotto mesi dalla prima erogazione. Secondo la normativa è previsto un mese di sospensione del versamento per consentire all’INPS di effettuare i dovuti controlli sul richiedente. Una volta trascorso questo lasso temporale si comincerà a ricevere nuovamente la misura. Niente ricarica a dicembre, dunque, ma sì a gennaio 2023. Ricordiamo, però, che con la nuova Legge di Bilancio nel 2023 il sussidio economico verrà erogato al massimo per sette mesi, anche non consecutivi, e poi sarà un addio.
Il secondo motivo di estromissione dal pagamento, invece, è più “grave” ma comunque risolvibile. L’INPS sospende il versamento quando l’ISEE non viene rinnovato (ricordiamo di procedere entro il mese di gennaio dell’anno nuovo). In questo caso le ricariche non arriveranno fino a che il percettore non regolarizza la propria posizione. Difficilmente questa sarà la causa per cui non si riceverà l’RdC a dicembre 2022 dato che l’ISEE scadrà il 31 dicembre dell’anno in corso. Non rimane che un’ultima motivazione.
La terza causa per la quale a dicembre la ricarica dell’RdC potrebbe non arrivare è irreversibile. Parliamo della decadenza della misura che può arrivare come un fulmine a ciel sereno per vari motivi. Se il percettore non effettua la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, se non sottoscrive il Patto per il Lavoro (o per l’inclusione sociale), qualora non partecipasse ad iniziative di carattere formativo o di riqualificazione o non aderisse a progetti utili per la comunità.
Inoltre, la misura decadrebbe non accettando una di due offerte di lavoro idonee (dal prossimo anno basterà un solo rifiuto per perdere immediatamente il diritto al sussidio economico) oppure una sola dopo il rinnovo. Altre cause la mancata presentazione della DSU aggiornata qualora vari il nucleo familiare o la mancata comunicazione di una variazione delle condizioni lavorative nonché l’invio di informazioni false solo per accedere al beneficio.
La ricarica potrebbe, infine, non arrivare perché l’INPS ha accertato lo svolgimento da parte del percettore di un’attività di lavoro dipendente o autonomo senza averla dichiarata.
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