Quanto inquina una stufa a legna? Tanto, troppo. Ma con il bonus 1000 euro stufe a legna si possono sostiturie i vecchi impianti inquinanti.
Per ridurre le emissioni inquinanti legate alla combustione di legna o pellet, alcune amministrazioni regionali erogano benefici economici per incentivare la sostituzione di vecchi impianti con quelli nuovi, a risparmio energetico.
C’è una Regione che concede un bonus di 1000 euro in favore di coloro che sostituiscono vecchi impianti di stufe a legna, con impianti di ultima generazione.
Dopotutto in alcuni territori, l’uso di stufe a legna o a pellet è piuttosto diffuso tra la popolazione. Di conseguenza, queste aree subiscono l’inquinamento legato all’emmissione di fumi.
Ma per fortuna ora è possibile sostituire i vecchi impianti, con altri nuovi e di classe energetica superiore, usufruendo del bonus stufe a legna.
Gli abitanti della regione Trentino potranno accedere ad un incentivo del valore di 1000 euro per sostituire i vecchi impianti delle stufe a legna con modelli più nuovi.
I fondi messi a disposizione della provincia autonoma di Trento, previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, ammontano a 5 milioni di euro. Lo scopo dell’iniziativa e quella di incentivare le persone a sostituire i vecchi impianti a legna con modelli di ultima generazione, che sono in grado di ridurre le emissioni inquinanti.
Il contributo erogato in favore degli abitanti trentini è di €1000 da utilizzare per l’acquisto e l’installazione di stufe a legna di ultima generazione, caratterizzate da una migliore efficienza energetica.
Dopotutto, questa misura si è resa necessaria perché proprio il Trentino è una delle regioni in cui, durante l’inverno, il sistema di riscaldamento più utilizzato è alimentato da stufe a legna o a biomassa. Purtroppo, però, nella maggior parte dei casi questi impianti sono vecchi e producono un notevole livello di inquinamento.
Per questa ragione, la Regione Trentino, in accordo con il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, ha deciso di erogare, a partire dal 2023, il 20% del finanziamento totale dei cinque milioni di euro. In questo modo, si darà la possibilità ai cittadini della Provincia autonoma di Trento di fruire dei primi bonus per la sostituzione dei vecchi impianti.
In base ad uno studio condotto da European environmental bureau, il riscaldamento domestico a base di legna è responsabile della metà delle emissioni di particolato fine e fumo nero all’interno dell’Unione Europea.
Si tratta di un dato estremamente allarmante, che evidenzia la quantità di inquinamento prodotto dalla combustione domestica di legna.
Generalmente una stufa a legna produce circa 375 grammi di particolato fine e 465 g di composti organici volatili non metano. A conti fatti, il riscaldamento alimentato dalla combustione di legna produce inquinamento maggiore rispetto al traffico.
Basti pensare che un camion senza filtro antiparticolato produce 6,5 di PM, che scendono a 0,5 gr in presenza di filtro.
Per quanto riguarda le emissioni relative alla CO2, le cose restano invariate. Una stufa a legna rilascia nell’atmosfera circa 140 kg ogni gigajoule di riscaldamento. Si tratta di un valore superiore al doppio dell’anidride carbonica emessa da un boiler a gas naturale (63 kg).
Per fortuna grazie alle moderne tecnologie è possibile ridurre le emissioni di polveri sottili provenienti da riscaldamento domestico a legna, pellet o cippato. In molti casi, le emissioni sono quasi zero o di pochi grammi.
In questo modo, sarà possibile fornire alle famiglie biomasse legnose che consentono di ottenere un importante vantaggio economico, senza incidere negativamente sul cambiamento climatico.
Come sostenuto da Ariel, l’Associazione Italiana energia agroforestali, è necessario sostenere e incentivare il ricambio tecnologico di stufe e caldaie obsolete, con impianti più moderni che permettono di abbattere le emissioni di polveri sottili.
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