Scopriamo come investire sul buono ordinario e proteggere il capitale dal tasso di inflazione, facendo fruttare 5500 euro.
Con il tasso di inflazione schizzato alle stelle e la crisi economica, tenere i soldi sul conto corrente non è l’opzione migliore. Per questo motivo, molte persone si stanno guardando attorno per cercare la forma di investimento migliore.
Sul mercato esistono diversi modi per far fruttare il proprio denaro, evitando di tenerlo fermo a subire l’erosione del tasso di inflazione.
Tuttavia, alcuni di questi metodi prevedono un rischio piuttosto alto, che non tutti i risparmiatori sono disposti a correre. Per questo motivo, chi è alla ricerca di uno strumento sicuro dovrebbe dare un’occhiata al buono fruttifero ordinario di Poste italiane.
Il buono fruttifero ordinario è uno strumento d’investimento scelto da milioni di italiani. Si tratta di una forma di risparmio che dura 20 anni ed è particolarmente indicato per chi è alla ricerca di un investimento di lungo termine.
Scegliendo di investire sul buono ordinario è possibile contare sui rendimenti fissi e crescenti, con interessi che vengono riconosciuti dopo 12 mesi dalla sottoscrizione e successivamente ogni due mesi.
Il rendimento annuo lordo a scadenza è pari a 2,50%.
Chi sceglie il buono fruttifero ordinario ha la possibilità di ottenere un rimborso del capitale e degli interessi in qualsiasi momento, entro il termine di prescrizione
Come per tutti buoni fruttiferi postali anche quello ordinario non prevede costi di sottoscrizione e di rimborso, fatta eccezione per gli oneri fiscali.
Inoltre, i buoni sono soggetti ad una tassazione agevolata del 12,50% e sono esenti da imposta di successione.
Dunque, investire sul buono ordinario rappresenta un metodo per proteggere il capitale dal tasso di inflazione. Anche se i rendimenti non sono particolarmente alti, ma va detto che i rischi sono inversamente proporzionali.
Milioni di Italiani scelgono i buoni fruttiferi postali per proteggere il proprio capitale dal tasso di inflazione. Poste Italiane propone diversi tipi di buoni fruttiferi, con lo scopo di assecondare le molteplici esigenze dei risparmiatori.
Sottoscrivere un buono fruttifero postale è piuttosto semplice, basta partire da una quota minima di 50 euro e considerare i suoi multipli.
Inoltre, la sottoscrizione può venire sia online che recandosi presso uno dei tanti sportelli presenti sul territorio nazionale.
Ad ogni modo, il buono fruttifero postale ordinario ha una scadenza di 20 anni, mentre quelli sottoscritti prima del 2000 avevano una scadenza trentennale.
Proviamo a simulare un investimento di €5.500 sul buono fruttifero postale ordinario.
Se un risparmiatore decide di sottoscrivere un buono ordinario del valore di 5500 euro, può farlo perché la somma in questione rappresenta un multiplo di 50 euro.
Sul sito di Poste c’è una sezione dedicata a risparmi e investimenti, dove è possibile fare una simulazione e scoprire qual è il rimborso netto di un buono.
Scegliendo di investire una cifra pari a 5.500 euro con un buono ordinato, dunque della durata massima di 20 anni, il soggetto può ottenere un rimborso netto alla scadenza di 8.568,65 euro.
Come tutti buoni ordinari, anche in questo caso gli interessi iniziano a maturare dopo 12 mesi e successivamente ogni bimestre. Per un investimento della durata di 20 anni la ritenuta fiscale è di 438,38 euro. Mentre, gli interessi lordi maturati sono pari a 3507,03 euro.
Sebbene i buoni fruttiferi postali siano caratterizzati da agevolazioni fiscali, quando l’importo investito supera i 5.000 euro (come in questo caso) è previsto il versamento dell’imposta di bollo.
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