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Alimenti contaminati dai Pfas: l’incredibile decisione dell’UE che preoccupa

Published by
Angela Guerra

L’Unione Europea ha deciso di prendere una fondamentale decisione inerente ai Pfas nei cibi: ecco cosa c’è da sapere in merito

Come in molti sicuramente già sapranno, l’Unione Europea è sempre molto attenta alle questioni alimentari e questa volta ha deciso di fare un passo veramente importante che riguarda i Pfas: ecco di cosa si tratta.

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Come forse in moltissimi già sapranno, diverse associazioni da qualche tempo si sono schierate contro i pfas. Questi si trovano un po’ dappertutto e possono essere fonte di contaminazione per acqua ed alimenti che che tutti i giorni si consumano.

L’UE, da sempre impegnata per la sicurezza dei cibi, ha deciso di fare un ulteriore atto di protezione per i cittadini della comunità. L’Unione, infatti, ha deciso di redigere una nuova normativa che limita il livello di 4 elementi perfluoroalchilati che si trovano nei cib.

In questo modo vi è la possibilità di diminuire tali sostanze tossiche con cui è possibile venire in contatto.

Tali sostanze, negli Stati Uniti, vengono chiamati forever chemicals perché risultano essere molto resistenti per lunghi periodi di tempo.

Pfas e cibi: l’Unione Europea limita queste quattro sostanze

A proposito di sostanze rischiose, pochi giorni fa è stato ritirato un formaggio a causa della listeria: ecco cosa c’è da sapere in merito.

Ritornando all’argomento cardine di questo articolo, l’UE ha dunque deciso di limitare ben 4 sostanze di origine chimica introducendo nuove restrizioni. Le sostanze nel mirino sono: acido perfluorottano solfonico e acido perfluoroottanoico. Ed anche acido perfluorononanoico e acido perfluoroesano solfonico.

Sulla pagine internet della Commissione viene spiegato che tutti gli Stati che fanno parte dell’UE hanno deciso in concordanza le nuove normative da applicare. Queste sono basate sugli studi fatti dall’EFSA. Le normative saranno in vigore dal prossimo 01.01.2023.

L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ha dunque rimodulato le posizioni inerenti alle sostanze dopo aver ricevuto una richiesta dall’Unione Europea. Di conseguenza, sono state aggiornate le valutazioni inerenti ai rischi di Pfos e Pfoa. Inoltre, sono state prese in esame anche la Pfna e la PfhxS.

Queste, secondo gli studi condotti dall’EFSA, risulterebbero dannose in modo particolare per i bambini. Nello specifico per alla crescita ed anche per il sistema immunitario.

Per tali motivazioni è stato deciso un consumo ogni settimana di 4.4 ng/kg rispetto al peso. Questa somma dev’essere fatta rispetto a PFOS, PFOA, PFNA e PFHxS. Ed inoltre vi è anche una protezione contro altre conseguenze queste sostanze.

Gli alimenti

Gli alimenti messi nel mirino sono le uova ed il pesce. Ma non solo nella lista ci sono anche i crostacei, i molluschi bivalvi e la carne provenenti dagli allevamenti.

La Commissione Europea ha spiegato che i cibi che provengono da animali danno un contributo significativo all’esposizione dell’uomo con queste sostanze nocive. L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ha spiegato che i PFAS possono essere trasferiti dal cibo per gli animali a quello per gli umani. Ma vi sono nette differenze in base alla specie ed alla tipologia di sostanza nociva.

Inoltre vi è la possibilità che i PFAS siano trasferiti dai suoli ingeriti dagli animali che cercano cibi oppure dalle acque potabili.

L’UE inoltre sottolinea che all’interno del parere fornito dall’EFSA di qualche anno fa non vi sono valutazioni inerenti ai rischi per quanto concerne altri alimenti. Di conseguenza, risulta essere molto importante utilizzare maggiori dati e ricerche scientifiche concernenti altri alimenti.

Inoltre, la Commissione Europea fa raccomandazioni di fare studi continui e periodici sui possibili cibi contaminati per far si che sia minimizzata la presenza di PFAS nei cibi.

Vi sono inoltre altre tutele che riguardano la Raccomandazione 2022/1431 che riguarda la quantità di contaminati in altri alimenti come frutta e verdura.

I limiti non avrebbero alcun impatto inerente all’immissione sul mercato di nessun cibo, ma saranno necessarie diverse verifiche se i livelli di PFSA dovessero superare i livelli fissati dalla norma.

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