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Novità prelievi al bancomat: no alle commissioni, danneggiano i consumatori

Published by
Floriana Vitiello

L’Antitrust è intervenuta ponendo il veto su l’introduzione della commissione di accesso diretto: novità prelievi al bancomat.

Gli ultimi due anni l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato ha condotto una valutazione sui due sistemi che regolano il pagamento delle commissioni sui prelievi a presso gli sportelli ATM. Ci stiamo riferendo a due sigle piuttosto familiari: Mif e Daf.

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Le due sigle sono gli acronimi di Multilateral interchange fee and Direct access fee. Che, appunto, come abbiamo detto rappresentano i due sistemi che regolano il pagamento delle commissioni sui prelievi degli sportelli bancari.

La valutazione condotta dall’Antitrust è terminata lo scorso 5 dicembre.

Cosa ha deciso l’Autorità garante per la concorrenza in seguito alla valutazione dei due sistemi di pagamento? Quali sono le differenze tra i due sistemi?

Novità prelievi al bancomat: la decisione dell’antitrust

Nel corso degli ultimi due anni, l’Antitrust ha eseguito una valutazione sui sistemi di pagamento Mif e Daf.

La delibera ha avuto esito negativo e ha bocciato il piano presentato da Bancomat Spa. Ci stiamo riferendo alla società partecipata da 122 istituti bancari italiani, che si occupa della gestione dei circuiti di prelievo e pagamento più diffusi d’Italia.

Il piano di Bancomat Spa prevedeva il passaggio dal sistema Multilateral interchange fee a quello Direct access fee.

Tramite la delibera dell’Autorità garante è rimasto in vigore il primo sistema, che prevede il pagamento di una commissione interbancaria multilaterale.

In pratica, il cliente che effettua un prelievo presso uno sportello ATM di una banca diversa da quella che hai messo la carta dovrà pagare una commissione di 0,47 euro.

Dunque con l’intervento dell’antitrust resta tutto invariato. Sarà, pertanto, compito della banca decidere in quale misura applicare la commissione.

Ad oggi la maggior parte degli istituti di credito scegli di non applicare commissioni sui prelievi effettuati dei propri clienti presso altri istituti bancari. Nella maggior parte dei casi, si tratta di banche che hanno un numero esiguo di sportelli sul territorio (es. banche online).

La decisione dell’Antitrust

L’Antitrust ha deciso di confermare il modello Mif perché, rispetto a quello Def, riesce a garantire una tutela maggiore nei confronti dei consumatori.

In pratica, l’attuale modello vede le commissioni bancarie medie aggirarsi intorno a 1,90 euro. Se consideriamo anche le banche che permettono ai propri clienti di prelevare presso un altro sportello bancario a costo zero, il valore medio diminuisce a 85 centesimi. In pratica, la media delle commissioni si abbassa oltre la metà.

Questo è il motivo per il quale il modello attuale è comunque vantaggioso per i consumatori, rispetto a quello Direct Access fee.

Il modello Def, infatti, prevede il pagamento di una commissione di accesso diretto. In sostanza, con il sistema Def sarebbe la banca proprietaria dello sportello a stabilire il valore della commissione da far pagare al cliente.

La quota prevista, come tetto massimo per il sistema Daf, ammontava a 1,50 euro. Tuttavia, la soluzione proposta da Bancomat Spa avrebbe avuto un effetto negativo sulla concorrenza, con il conseguente aumento dei prezzi.

Tutto ciò sarebbe ricaduto sui clienti che avrebbero dovuto pagare di più per effettuare un prelievo contante con carta di debito presso lo sportello di un altro istituto.

Per quanto riguarda gli istituti che erano favorevoli all’opzione Def, questi dovranno cercare altre soluzioni per coprire i costi di gestione degli sportelli.

Cosa ne pensano consumatori e Bancomat Spa

La decisione dell’Antitrust di conservare il sistema Mif è stata accolta con entusiasmo dai consumatori.

La novità prelievi al bancomat ha fatto esultare l’Unione Nazionale consumatori che ha commentato l’ottima notizia con le affermazioni del presidente Massimiliano Dona: “Avevamo detto subito che il progetto era una pura follia e che sarebbe stato un evidente sopruso a danno dei consumatori. Non si capiva, infatti, a che titolo, con che modalità e in quale misura scattasse quel prelievo, e come facesse eventualmente il consumatore a contestarlo, non avendo rapporti contrattuali con l’istituto di credito dove è collocato l’Atm”.

Per quanto riguarda le considerazioni di Bancomat Spa, la società ha comunicato che hai intenzione di approfondire le motivazioni del provvedimento.

Ad ogni modo, anche la società ritiene che si tratti di una proposta positiva che ha come obiettivo quello di mantenere la capillarità della rete di distribuzione del contante permettendo ai cittadini di accedere in maniera semplice ed economica hai proprio denaro.

Tuttavia, l’azienda comunica che si prepara ad impugnare il verdetto specificando che attualmente i costi relativi al servizio, che le banche sostengono per gli ATM, sono superiori alla redditività della singola operazione.

Secondo Bancomat Spa il sistema Daf, bocciato dall’Antitrust, avrebbe avuto lo scopo di “sostenere i costi di gestione della rete contribuendo ad invertire la tendenza di riduzione e delocalizzazione degli ATM sul territorio”.

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