Quali sono gli incentivi, a livello regionale e statale da poter richiedere in merito al bonus pellet e legna: i dettagli a seguire
C’è sempre grande attenzione quando si parla di bonus, come nel caso di legna e pellet, e degli incentivi che si potrebbero chiedere a livello regionale e statale: ecco i dettagli in merito.
In merito ai bonus pellet e legna, da parte dell’Aiel vi è stata la raccolta, all’interno di una guida, dei vari incentivi a livello regionale e statale circa il risparmio energetico. Infatti, potrebbe non esser noto a tutti che coloro che optano per impianti a basse emissioni e consumi, hanno la possibilità di sfruttare incentivi.
Comprare stufe, oppure caldaie a legna oppure pellet, da un lato consente il risparmio, in virtù di un calo dei consumi, ma al contempo è importante per la riduzione di emissioni. Dunque, per occuparsi del bene del pianeta.
Quindi, al risparmio in bolletta, a maggior ragione tenendo presente i recenti aumenti circa le utenze, l’installazione di nuovo impianti è anche una scelta ecologica e dalla maggior sostenibilità.
Per tale ragione vi sono dei bonus, che premiano e facilitano gli interventi per migliorare l’efficienza energetica. È il caso del Conto termico, l’Ecobonus. E ancora bonus ristrutturazioni o Superbonus.
Non mancano temi e spunti di interesse quando si affrontano temi come quello in questione, si pensi ad esempio al fotovoltaico e alle tegole solari dal minor ingombro ma dalla maggior efficienza: i dettagli.
Rispetto al tema in oggetto, occorre sapere che in Italia non vi è un solo incentivo carica il pellet, e anzi le misure sono varie e permettono qualora si accedesse il risparmio su interventi di tale tipo.
Come detto, è l’Associazione Italiana Energie Agroforestali ad aver raccolto i vari incentivi, circa gli impianti a biomassa, all’interno di una guida. Dunque si tratta di una raccolta dei vari bonus che si potrebbero chiedere, tanto regionali quanto statali. In tal modo si può comprendere il funzionamento di ciascuno di essi, cosa occorre per poter beneficiarne. E ancora, quali gli interventi che sono ammessi.
Per quanto riguarda alcuni tra questi, in merito a casi di interventi per aumentare la produzione di energia termica da fonte rinnovabile, vi è la possibilità rappresentata dal Conto Termico.
Nel dettaglio, si parla di una misura la cui gestione riguarda GSE, e consente l’ottenimento di un bonus legato al recupero sino al sessantacinque per cento di quanto speso, circa il passaggio impianti di riscaldamento a gas a uno a biomassa.
In merito alla domanda dai privati, occorre presentarla entro i sessanta giorni dal momento in cui sono giunti a termine i lavori. L’ottenimento del bonus lo si avrà in un secondo momento, e sul C/C.
Gli incentivi vengono corrisposti mediante rate annuali, tra due o cinque anni, oppure in una sola soluzione, qualora gli importi di quanto riconosciuto non siano maggiori di cinquemila euro.
La richiesta però del Conto Termico riguarda soltanto gli interventi di sostituzione sui vecchi impianti, e quindi non si lega ai nuovi.
Ma non è tutto, perché insieme al Conto termico nazionale presenti vi sono pure le misure legate a talune regioni del Paese che si pongono il medesimo scopo.
È il caso, ad esempio, dell’Emilia Romagna, circa l’apertura di un bando con scandenza fine 2023, per l’ottenimento di una misura regionale la quale, qualora la si sommi a quanto previsto a livello nazionale, permettere il finanziamento del cento per cento in merito alle spese ammissibili per tale tipi di interventi.
Al contempo, misure ed incentivi da approfondire riguardano anche la Lombardia, in tal caso la scadenza è a settembre dell’anno che verrà. E poi il Veneto, laddove la scadenza invece si lega al marzo dell’anno prossimo.
Fra le varie misure bonus e pellet che si potrebbero considerare in ottica sostituzione vecchi impianti, occorre soffermarsi anche sull’Ecobonus.
Varie gli interventi che consentono di poter usufruirne. La possibilità di beneficiare della detrazione si lega anche all’acquisto e posa in opera di impianti che abbiamo generatori di calore con alimentazione da biomassa combustile. E tra questi, anche il pellet.
Si tratta di una detrazione al cinquanta per cento sino ad un tetto massimo di trentamila euro per ciascuna unita immobiliare. Vi è modo di recuperarla mediante la dichiarazione dei redditi in 10 rate annuali.
Qualora si volesse andare a sostituire vecchi impianti vi è anche la possibilità rappresentata dal Superbonus 110 per cento. In tal caso, occorre però soffermarsi su alcuni aspetti da attenzionare.
Sostituire un impianto con uno a biomasse lo si può ritenere quale intervento trainato. Ovverosia quando associato dal atri interventi. O ancora quale intervento trainante, e dunque quando fatto da solo.
Una condizione che va a verificare soltanto qualora il medesimo intervento vada a comportare un miglioramento delle prestazioni dal punto di vista energetico quantomeno di 2 classi al confronto della precedente.
Coloro che hanno fatto lavori di ristrutturazione e al contempo sono intenzionati a comprare una stufa a pellet, potrebbero considerare il bonus ristrutturazioni. Ovvero sia, una detrazione pari al cinquanta per cento in merito a quanto speso sino ad un tetto massimo di spesa pari a novantasei mila euro.
Questi, alcuni dettagli in merito, ma è bene approfondirne contenuti e dettagli per saperne maggiormente presso esperti e competenti del settore.
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