Uno degli artisti della scena musicale italiana più discussi: il suo nome è Lauro De Marinis, al pubblico noto come Achille Lauro.
Veronese cresciuto a Roma, papà avvocato e consigliere della Corte di Cassazione e nonno prefetto, un buon trampolino di lancio.
L’artista vede i suoi natali l’11 luglio del 1990 a Verona, sebbene abbia vissuto a Roma. Il suo nome di battesimo è Lauro De Marinis.
Il riferimento non avrebbe nulla di politico. La scelta si deve al fatto che sin da piccolo Lauro veniva accostato, proprio a ragione del suo nome di battesimo, al noto armatore napoletano Achille Lauro, celebre per via dell’arrembaggio ai danni dell’omonima imbarcazione da parte di una banda di attentatori.
Proprio l’artista racconta le motivazioni che lo hanno spinto a prediligere quel nome, che, a oggi, sembrerebbero dargli ragione.
Il padre di Achille è il signor Nicola De Marinis, ex docente universitario e avvocato, che per meriti celebrati è stato nominato consigliere della Corte di Cassazione. La mamma si chiama Cristina, la quale vanta origini in Rovigo. La famiglia materna ha vissuto a Verona, quando Achille era ancora un neonato.
Per completare il quadro familiare, nonno paterno prefetto di Perugia. Insomma ottime basi familiari per puntare alla realizzazione di una carriera di successo e con tutti i comfort.
Achille conta anche un fratello maggiore, il suo nome è Federico, nato nell’85.
La sua carriera ha inizio da una serie di coincidenze. I genitori sono costretti a lasciare Roma, Achille ha 14 anni e, privo di compagnia, trascorre diverso tempo con Federico, già inserito nel campo musicale.
Sotto “l’egida” del fratello maggiore ecco la scoperta della musica punk rock e del rap underground.
Dieci anni fa, era il 2021, venne pubblicato il brano Barabba che, concepito da una produzione indipendente, divenne immediatamente e gratuitamente scaricabile, medesimo percorso per Harvard.
Ambedue i brani prendono vita sotto la guida dei Quarto Blocco di cui diverrà, negli anni seguenti, il frontman.
Questo è l’anno della consacrazione, che arriva con la pubblicazione dell’Ep “Young Crazy EP“, che include solamente sei brani, tra cui la celebre La Bella e la Bestia.
La Roccia Music decide di ricorrere a maggiori investimenti per il giovane, convincendosi delle sue potenzialità. Nel medesimo anno arriva il secondo album, “Dio c’è“, che prosegue il discorso sul Cristianesimo.
Nel 2016 ecco la creazione della sua etichetta, No Face Agency, e la pubblicazione del terzo album, “Ragazzi madre”. Nel 2018 l’exploit con l’album “Pour L’Amour“. Il disco è un misto fritto di influenze musicali: musica napoletana, house, trap e sudamericana.
All’alba del 2019, perché no, anche una bella pubblicazione editoriale, ecco Sono io Amleto.
Da qui a Sanremo è un passo. A suon di ispirazioni rock e samba trap arriva la partecipazione alla 69ª edizione del Festival con “Rolls Royce”. La vetrina dell’Ariston è perfetta per notorietà e trend. Radio, web, tv, concerto del 1°Maggio, il gioco è fatto.
Torna Sanremo nel 2020 con un altro brano, Me ne frego. Nel medesimo anno, assieme al suo manager Angelo Calculli e al co-direttore creativo Nicolò Cerioni, istituisce una nuova società di booking e management, la MK3.
Lauro ottiene anche la nomina a Chief Creative Director dall’etichetta discografica Elektra Records.
Nel 2021 non può mancare il tormentone estivo: “Mille“, stornellato in trio con Fedez e Orietta Berti.
Ancora all’Ariston nel 2022 con “Domenica”, supportato dal coro gospel Harlem Gospel Choir.
Per chiudere, in barba a tutti i meritevoli partecipanti, prende parte sul finale a “Una Voce per San Marino” e, guarda un po’, vince, accedendo all’Eurovision Song Contest 2022, con sede a Torino, rappresentando “sentitamente” la Repubblica di San Marino.
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