Fuga di dati sensibili da WhatsApp. A mettere a segno il colpo dei pericolosissimi hacker. I numeri rubati sono all’incirca 487 milioni.
I Paesi coinvolti sono tantissimi, tra cui anche l’Italia. Ecco cosa sta accadendo.
Lo spiacevole episodio ha avuto luogo in circa 84 Stati del mondo. Un elenco che comprende anche il nostro Paese e molti dei suoi vicini. La banca dati in cui sono andate a confluire le informazioni sensibili racchiude all’incirca 487 milioni di numeri di cellulare.
Successivamente alla sua realizzazione, il database è stato destinato al commercio su un forum online di filibustieri informatici.
L’intero iter di illeciti è stato portato avanti senza far trapelare le prassi utilizzate per accaparrarsi l’insieme delle informazioni, sebbene diversi addetti ai lavori teorizzino si sia trattato di web scraping.
In cosa consiste tale metodologia? Quali sono stati gli Stati più lesi? Quale il numero di contatti rubati per ciascuno Paese?
Basandosi al parere degli addetti ai lavori di Cyber Security, l’estorsione delle informazioni potrebbe aver avuto luogo per mezzo di alcune prassi di web scraping
La pratica del web scraping consente di riuscire a reperire i dati di tantissimi fruitori grazie l’utilizzo di diverse applicazioni che tirano fuori dei informazioni mirate da differenti siti online. Terminata la raccolta, i dati sono poi canalizzati in un’unica banca dati che si può interrogare a propria discrezione.
Nella fattispecie, tramite il web scraping si esamina il codice sorgente di una pagina web. Così sarà poi possibile strappare una gran quantità di notizie.
Volendo essere maggiormente specifici, tramite le strategie di web scraping si potranno captare i programmi imprenditoriali per pervenire ai potenziali fruitori attratti dai servizi aziendali. Parimenti, per mezzo del procedimento di web scraping si potranno captare i diletti e le consuetudini di ciascun utente.
Occorrerà aver a mente che l’utilizzo delle metodologi di web scraping non è di per sé illecito, sebbene possa significarlo nel caso si metta in conto di derubare informazioni personali, anche sensibili (o speciali), e poi indirizzare le proprie “ricerche” per intenti disonesti.
In questa circostanza, al fine di criptare le informazioni in uso dai fruitori, sarebbe stato conveniente servirsi di un servizio di Virtual Private Network, o VPN. Per mezzo di una connessione crittata, del resto, i propri contenuti risulterebbero non leggibili agli occhi di potenziali agenti maligni esterni, pertanto si potrebbe navigare con livelli di tutela maggiormente elevati.
Tra tutti gli Stati, tra quelli che annoverano il più alto numero di fruitori compromessi ecco spuntare gli Stati Uniti, con un complessivo di circa 32,3 milioni di numeri soggetti a furto.
Seconda piazza per il nostro Paese. Nella penisola italiana si contano all’incirca la bellezza di 35,7 milioni furti di info sensibili. A seguire e nell’ordine: l’Egitto, con 44,8 milioni di utilizzatori lesi dall’illecito, poi la Francia, con 19,8 milioni di soggetti coinvolti. E ancora, in Arabia Saudita, sono state derubate addirittura 28,8 milioni di identità.
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