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Un’inchiesta sulla diffusione di Internet nel vecchio Continente. A condurla è la Commissione Europea, che si aspetta un’esplosione del numero di elettrodomestici ed altri dispositivi collegati alla rete entro il 2020. Bruxelles ha lanciato una consultazione per controllare il modo in cui vengono raccolte, memorizzate e gestite le informazioni, con l’obiettivo di ‘assicurare il rispetto dei diritti degli individui’.
Il pubblico è stato invitato a inviare le proprie idee entro la scadenza del 12 luglio. La Commissione dichiara che il cittadino medio dei 27 Paesi europei ha ad oggi almeno due dispositivi collegati a Internet, tipicamente un computer e uno smartphone. Questa cifra dovrebbe salire a sette entro il 2015, con un totale di 25 miliardi connessi in wireless alla rete nel mondo. Entro la fine del decennio è previsto un ulteriore raddoppio, con il raggiungimento di 50 miliardi.
Un esempio? ‘Se un insegnante universitario cancellerà una lezione alla mattina perchè è malata, le sveglie e le macchine del caffè degli studenti potranno essere automaticamente resettate,’ dichiara un portavoce alla BBC. ‘Se una persona anziana si dimentica di prendere una pillola essenziale, un parente stretto potrebbe ricevere un messaggio di avvertimento. La gente deve sapere e credere di essere a suo agio con questo tipo di cambiamento ed è importante parlarne ora.’
La diffusione di dispositivi connessi a Internet in wireless è stata definita ‘l’Internet delel cose’ ed è già stata identificata come un potenziale catalizzatore dell’economia. All’avanguardia di questa rivoluzione tecnologica c’è ARM, società britannica di progettazione di chip, che ha annunciato una nuova architettura Flycatcher a marzo, aprendo la strada per la costruzione dei ‘microprocessori più efficaci dal punto di vista energetico’.
Anche la rivale Intel ha annunciato una partnership con l’Istituto di Automazione dell’Accademia cinese delle scienze questa settimana per la creazione di un centro di ricerca a Pechino per creare tecnologie collegate a questi progetti. E gli avanzamenti tecnologici hanno portato a nuove legislazioni. Un recente esempio è la direttiva per la privacy e la comunicazione dei dati della UE, che richiede agli utenti di concedere il permesso ai siti web per installare cookies nei loro browser che traccino la loro navigazione.
Tale direttiva è stata introdotta l’anno scorso.
‘Da un punto di vista legale la Internet delle cose è il futuro,’ dichiara Dai Davis, un legale specializzato in informatica. ‘Solitamente la legislazione europea ha un ritardo di anni rispetto alla tecnologia, lo abbiamo visto con le recenti regole sulla privacy dei dati.’