
Qualche settimana fa, la Turchia ha bloccato i principali social network tra cui Twitter. La popolare piattaforma venne accusata di propaganda al terrorismo, vista la presenza di fotografie riguardanti il pm Mehmet Selim Kiraz, preso in ostaggio da due estremisti del Dhkp-C, il “Fronte rivoluzionario per la liberazione del popolo“, e poi ucciso nell’assalto delle teste di cuoio turche. Il social network di San Francisco, di fatto, ha rimosso tutte le immagini che si riferivano alla vicenza e così la Turchia ha rimosso il blocco per l’accesso che era stato posto. Andiamo a scoprire in dettaglio.
Molto spesso, negli ultimi anni, alcune nazioni hanno censurato i social network poiché sono un potente strumento a disposizione delle persone comuni. Piattaforme come Facebook, Twitter, YouTube e non solo, sono al centro dell’attenzione vista la facilità con cui è possibile condividere determinate tipologie di contenuti.
Non a caso, recentemente, la Turchia aveva imposto un blocco al social network Twitter. Adesso, però, il blocco è stato rimosso e le persone possono navigare tranquillamente sulla popolare piattaforma di cinguettii.Tuttavia, un recente report di Twitter mette in luce come la Turchia sia una tra le principali nazioni a richiedere la rimozione di contenuti. Durante la seconda metà dello scorso anno, infatti, le richieste provenienti dalla Turchia hanno superato di gran lunga quelle delle altre nazioni.
Le autorità turche, inoltre, hanno istituito un blocco su Twitter e YouTube, lo scorso marzo, dopo una registrazione audio che indicava persone vicine al Presidente Erdogan fossero coinvolte in atti di corruzione. Tutto ciò, ovviamente, ha comportato a critiche internazionali, anche se le principali piattaforme social hanno cercato sempre di rispondere in modo affermativo alle richiede di rimozione di immagini o contenuti di qualsiasi altra natura particolarmente scomodi.
Fatto sta, che il web si scontra, a volte, con il volere delle nazioni e con i blocchi che vengono creati per limitare l’accesso all’informazione. Ad esempio, anche in Cina, l’accesso ai servizi di Google è completamente bloccato, come per quanto riguarda Facebook.
L’unico modo per “aggirare” il blocco è quello di appoggiarsi a servizi VPN ad-hoc e così facendo sarà possibile navigare tranquillamente sul web, senza alcuna censura.